Castellammare – (Carlo Carrillo) – E quando le carte cominciano a venire fuori, ecco che si comincia a delineare, e definire, la reale vera responsabilità di chi, in forza del ruolo ricoperto, avrebbe dovuto vigilare e tutelare i beni immobili del solaro. La semplice richiesta di un parere legale, avanzata dal dirigente all’urbanistica architetto Quintavalle all’avvocatura comunale, mette nei guai la Sint ed il suo amministratore unico. I fatti: In data 23 marzo 2015, giudicato imperfetto il progetto di concordato preventivo avviato dalla giunta Cuomo, il tribunale fallimentare di Torre Annunziata dichiara il fallimento di Terme di Stabia. Questa data rappresenta il capolinea di una storia che vedrà l’amministrazione Cuomo, giunta al culmine della sua parabola ascendente, precipitare vorticosamente verso lo scioglimento del consiglio comunale tra impegni, promesse e progetti mai rispettati per rilanciare le attività termali. Tra questi impegni, spicca tra tutti, quello assunto dall’amministratore unico in una famosa ed indicabile assemblea tenuta con il personale termale sulla sede del P.D., in presenza dei vertici provinciali e regionali del partito, luogo dove Vanacore, sostenuto da un gruppo di consiglieri, propose di gestire il Termalismo attraverso la Sint. Alla luce di questa proposta ebbero così inizio le sanguinose guerre intestine, ai piddini, che portarono al deterioramento dei rapporti personali e politici culminati, successivamente, con la sfiducia politica di Cuomo. E fu in questo lasso di tempo che Cuomo indicò, a Vanacore, la nomina di un consulente legale, avvocato Mascolo, per tutelare la Sint dalle eventuali pretese dei lavoratori di Terme che, nel frattempo, compulsavano la “partecipata in house” in relazione al rispetto degli impegni assunti successivamente al rigetto del concordato. Poi la richiesta alla curatela fallimentare per la restituzione del compendio immobiliare richiesta che determinò, così come si evince dalla lettera di licenziamento inviata ai lavoratori a seguito del decreto del giudice Del Sorbo, la cacciata delle maestranze in quanto, a parere della curatela, con la restituzione degli immobili risultava impossibile poter pensare ad alcuna azione di rilancio del termalismo. Tanto fino al 22 luglio 2015, in seguito solo “operazioni” e scambi epistolari rimasti secretati nelle grigie stanze Farnesi, poi solo la sagacia e la testardaggine, di un folto gruppo di ex lavoratori termali, ha continuato a mantenere accesi i riflettori su di una vicenda sempre molto “generosa” di fatti ed atti di natura infima, predeterminati a creare artatamente problemi e piantare paletti pur di impedire ai lavoratori di poter ottenere soddisfazioni e speranze per il loro futuro e per quello delle loro famiglie. I “reiteri” di richiesta di parere legale per la mancata ripresa in consegna da parte della proprietà dei locali di cantiere delle Nuove Terme, a seguito dei lavori di manutenzione di messa in sicurezza del complesso delle Antiche e Nuove Terme di Stabia e richiesta dei provvedimenti da adottare, oggetto della missiva inviata dalla Quintavalle a Cancelmo, in data 23/10/2015, la dicono proprio tutta su questa vicenda che ha visto la CEM Costruzioni terminare i lavori ad aprile 2015, collaudati con determina dirigenziale Urbanistica N°93 del 09/06/2015. Un lungo ed interminabile carteggio, ultimato finalmente in data 27 ottobre 2015, che è stato consegnato alle opposizioni solo su regolare richiesta di accesso agli atti ma, come risulta semplice immaginare, rimane monco di tutta la parte iniziale della corrispondenza che rappresenta, sicuramente, la parte più “importante della vicenda”. A quanto la fine di questa spudorata telenovela? Ah saperlo, ma nel frattempo saranno in pochi a poter dormire sonni tranquilli. Ormai, tutto è…..compiuto!
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