Castellammare-(Carlo Carrillo) – Due gruppi consiliari, Campania libera e Area Civica, firmano un documento politico, indirizzato a Pannullo ed alla coalizione, ed il sindaco trema. Cinquanta righe e la maggioranza entra in fibrillazione, una serie di inadempienze programmatiche che sottolineano, in modo preciso e puntuale, il fallimento di un amministrazione troppo squilibrata nella gestione a guida Piddina, ostaggio indolente dei gruppi di potere che, interni al P.D., continuano a sbranarsi in una faida senza limiti per consolidare le posizioni conquistate, senza voler tener per niente conto del contributo, e della qualità, che le forze politiche alleate hanno messo a disposizione di Pannullo e di tutta la maggioranza, a cominciare dal confronto elettorale di ieri all’assise consiliare di oggi. “E’ trascorso più di un anno, dall’insediamento di questa amministrazione, ed il programma elettorale con le promesse fatte ai cittadini sono ben lungi dall’essere realizzato”, questo è il passaggio che sottolinea, in modo chiaro e deciso, la determinazione dei cinque consiglieri comunali che hanno sottoscritto il documento. Quello che trapela, dal linguaggio politico dell’atto, va oltre allo stesso documento, infatti, la richiesta finale di un azzeramento della squadra di governo della città, la dice molto lunga rispetto all’esemplificazione che Pannullo aveva voluto far trasparire nei suoi tranquilli e sereni comunicati alla stampa. Il problema sollevato è veramente grosso per un sindaco “pompiere” che, nel tentativo di spegnere i vari focolai dell’insoddisfazione politica, ha commesso una clamorosa “gaffe politica” nel momento in cui ha accettato il voto dell’”apostata” Marino sul riequilibrio di bilancio, ammettendo di fatto il “transfuga” al tavolo della coalizione e sollevando, in tal modo” problemi di un corretto e leale dialogo con i consiglieri Cascone e Donnarumma, incancrenendo così un rapporto già labile, con il primo, in considerazione del passaggio di Balestrieri nelle fila dei Boschesi. Nelle more di queste articolazioni di comodo il gruppo di Alfano, altro fedele “civico” Casilliano, è rimasto tranquillo ad osservare gli avvenimenti mentre, nel contempo, all’interno del gruppo P.D., serpeggiava nervosismo, e frenesia, per la“trappola al laccio” tesa dai centristi in attesa di scattare. Al fine di evitare gravi, ed irreparabili, danni collaterali, ecco che il gruppo predominante, i Iovinos, inizia a mettere nel mirino il Di Martino, vicesindaco migliorista, che appare il più debole, politicamente parlando, non avendo alcun consigliere comunale di riferimento. Oggi è chiaro a tutti che se, putacaso, gli Alfano&Iovinos non dovessero convincersi che il documento, quello di oggi, è un vero e proprio aut-aut al Sindaco per azzerare e ridiscutere tutte le posizioni strategiche di governo, vicesindaco compreso, il pericolo di mandare a casa il secondo sindaco piddino, negli ultimi tre anni, potrebbe diventare una realtà molto più tangibilmente vicina di quanto essi stessi possano immaginare. Non a caso, il riferimento al recente passato, sembra sottolineato inoppugnabilmente, evidentemente la misura è ormai troppo piena per continuare a consentire una melina interminabile e priva di qualità, condizione necessaria per poter aver la presunzione di giocarsela a tutto campo. La ciliegina sulla torta, nel primo pomeriggio, la mette poi il segretario regionale di IdV, Nello di Nardo, che nel rassegnare le dimissioni dall’incarico, e dopo la mazzata di Bassolino, chiosa inesorabilmente: “Mi sono ritrovato alleato di nessuno: per questo meglio rimettere il mandato di segretario regionale di Italia dei Valori. Un partito, il P.D., che non ha più autonomia, che non esprime una visione politica: a livello regionale non una parola sulla gestione verticistica ed autarchica di De Luca, sui territori il nulla”. E la storia, appena iniziata, non finirà indubitabilmente qui.

Castellammare lì 16/09/2017

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