(da Repubblica) “Io sarei una matta, una che farnetica? Ma chi può pensare che una donna come me, con la sua età, il suo profilo di lavoratrice, una madre sia così autolesionista da denunciare cose tanto gravi senza averne i motivi?”. Rossella B. non ci sta a passare per una “calunniatrice”. Quarantotto anni,




madre di una ragazza appena maggiorenne, è una signora che appare scossa dallo scandalo che lei stessa ha aperto. Ma non intenzionata a recedere. Per la prima volta racconta tutto a Repubblica.

Signora Rossella, scusi la premessa. Lei nutriva motivi di rancore verso il sindaco Cuomo?

“Prima di quell’episodio di cui sono stata vittima? Assolutamente No. Anzi, io mi candidai persino dalla sua parte politica. Sono sempre stata una sua sostenitrice, c’era da parte mia solo stima”.

Con ordine. Lei accusa il sindaco di gravi molestie. Come può provarlo?

“Io non ho assolutamente motivi per mentire. Io rimasi scioccata dal suo comportamento. Ancora adesso ricordarlo mi fa male… (le si incrina la voce, piange)”.
Accade circa 5 anni fa nello studio del sindaco, lei dice alla polizia. Cosa accadde?
“Sì. C’era un segretario con i capelli rossicci che certamente si ricorda di me. Entrai nella sua stanza …”.

Com’era, quella stanza?

“C’era da un lato un ampio tavolo per riunioni, dall’altro la sua scrivania con una sedia importante e davanti due poltroncine per gli ospiti. Io, che già lo conoscevo, gli chiesi aiuto. Perché io ero e sono rappresentante di prodotti chimici ad ampio raggio: di quelli che possono essere utili in vari settori della imprenditoria pubblica e delle amministrazioni. Non volevo favoritismi particolari: ma essere messa in grado di mostrare il rapporto qualità-prezzo dei nostri prodotti…”.

D’accordo. Ma il sindaco cosa avrebbe fatto?

“Mi si spogliò davanti, me lo ritrovai mezzo nudo davanti a me. Disse: io ti aiuto ma tu mi devi fare … insomma parliamo di sesso orale”.
Se questa fu la scena perché non lo denunciò subito?
“Ero scioccata. Alzai la voce, gli dissi “ma come ti permetti, che cos’è questo atteggiamento?”. Lui si geló, non se lo aspettava e mi disse che era inutile che mi mettevo a urlare perché il suo studio era insonorizzato.

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