(Red) “Sabato notte alle 2 il mio cellulare squilla. E’ mio figlio. Panico, quando a quell’ora ti chiama un figlio, la prima cosa che ti assale è una estrema preoccupazione. Ha chiamato per dirmi che un suo coetaneo è stato sparato, in un luogo tra i più affollato di Castellammare.

Frequentato da giovani e giovanissimi. Al centro della Città tra la nuova e bella villa comunale ed il corso principale, dove ci sono i bar più gettonati. Il Sabato all’una sono tanti i giovani ancora in giro. Io stesso da poco avevo lasciato quei luoghi. Uno colpo di pistola ha scandito le ore notturne di un fine settimana di fine gennaio. Un colpo di pistola sparato per uccidere, con fredda e professionale determinazione. Non è il primo, una lunga sequenza di spari tra giovanissimi hanno scandito il tempo di questi ultimi anni. Con sempre più preoccupante frequenza, la maggior parte sta coinvolgendo minorenni e neo maggiorenni. Una generazione che regola i suoi conti con il piombo. Non amo la parola emergenza, ma si tratta dei nostri figli, potrebbe accadere in ogni istante ad ognuno di loro, per sbaglio, o per aver incrociato lo sguardo di un coetaneo senza scrupoli. Mi sembra che ci siano tutti gli ingredienti per essere allarmati. Le forze dell’ordine stanno facendo tantissimo. Ognuno di questi episodi ha trovato un nome ed un cognome. Un responsabile e anche la ricostruzione del clima da branco in cui questi eventi delittuosi son maturati. Ma le forze dell’ordine non bastano, esse intervengono quando è tardi, quando la vita di un giovane già è stata messa in pericolo. La vita dei giovani è sacra, la loro crescita segna il senso che assumerà il futuro della nostra comunità. Non sono solo i coltelli di Napoli, innanzi ai quali si sta sollevando, giustamente la mobilitazione di una intera comunità. Qui si tratta di pistole e spari in una terra di Camorra. Innanzi alle quali non basta dire “accade anche altrove”, “si tratta solo di pochi episodi”. Gli episodi non sono pochi e nell’ultimo ci stava per scappare il morto. La testa sotto la sabbia non serve. Serve mobilitarsi e fare il proprio dovere. A partire dalla costruzione di un esercito di assistenti sociali che a Castellammare non c’è. Una sola assistente sociale stanca e sola, innanzi a ciò che sta accadendo in città è di certo una grave emergenza”, lo ha scritto su Facebook Andrea Di Martino, ex vice sindaco di Castellammare di Stabia della giunta Pannullo.







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