(Red) – Dopo i festeggiamenti di rito, a seguito della roboante vittoria dell’8 e 9 giugno scorso, e gli annunci tutti latte&miele pubblicati sui social dagli esponenti delle 16 formazioni politiche e civiche della coalizione vincente, in questi circa 50 giorni trascorsi dal risultato delle urne si sono svolti solo interminabili incontri interpartitici ed estenuanti bilaterali tra il neo-eletto Sindaco e i cosiddetti “Partiti degli Eletti”; tanto per addivenire alla scelta di una giunta politica capace di soddisfare le fauci “fameliche” oltre che pretenziose esigenze nella gestione del potere cittadino di “cacicchi, vassalli e valvassori” lontani, ormai da troppo tempo, dalle poltrone delle stanze che contano.

Un’occasione molto ghiotta a portata di mano, più unica che rara, per condurre in porto un risultato mirato ad occupare posizioni di potere, fondamentali e molto importanti, nella gerarchia amministrativa della città.

Ma se è vero che, sulle note di un antico adagio, il diavolo fa le pentole e non i coperchi, è normale che tutte le bugie e gli impegni farlocchi assunti dal 3 aprile al 10 maggio, ossia nel topico momento della costruzione dell’Armata Brancaleone, siano prepotentemente venute fuori nel corso delle complicate “contrattazioni” per la formazione della squadra di governo, anche perché emerge a tutto tondo che la scelta di Vicinanza candidato Sindaco era solo un’esigenza di natura ideologica di “sinistrorsi” gruppi poco, o per niente, incisivi dal punto di vista del peso elettorale, considerati i seggi ottenuti.

Cacicchi e Vassalli che, nell’occasione elettorale, hanno solo sfruttato i “pullman” messi a disposizione da “Partiti e Civiche”, ossia da quelli che hanno organizzato e presentato le liste, per poter arrivare in Consiglio Comunale senza  intaccare il proprio “capitale elettorale” e, allo stesso tempo, ottimizzando al massimo il risultato. Pertanto, proprio in forza di queste condizioni e sconfessando quasi subito i referenti “politici titolari dei pullman”, hanno costretto l’inesperto Vicinanza ad interloquire con una realtà ineccepibilmente diversa da quella iniziale dando luogo ad una serie di alleanze che, stipulate di sera, molto difficilmente vedono l’alba del giorno successivo.

L’unica via d’uscita, che al momento resta nella disponibilità del Direttore, sarebbe quella di presentare comunque la “giunta del Sindaco” nella mattinata di sabato prossimo sfidando così i “partiti degli eletti” sui contenuti di un progetto politico che, nell’esclusivo interesse della città, auspichiamo vada oltre le 8 miserabili paginette programmatiche presentate dalla coalizione vincente agli elettori nel corso della trascorsa tornata elettorale. Questa scelta potrebbe misurare, molto concretamente, la pressione di una “maggioranza esclusivamente numerica”, mettendo ciascuno dei 16 neo-consiglieri davanti alle proprie responsabilità in relazione ai circa 30 mesi di una “Democrazia Ingiustamente Sospesa” e di una città che necessita di essere governata, e bene, in virtù dei dell’annunciato arrivo dei fondi intercettati dall’Amministrazione Cimmino e di quelli del Pnrr, pari a circa 400 milioni di euro, risorse che potrebbero veramente cambiare il volto ed il destino della città di Castellammare.

Per la questione del Presidente del Consiglio, constatata l’assenza di un accordo politico, Vicinanza potrebbe chiedere direttamente in aula l’inversione dell’Odg, un rinvio mirato a ricercare le più ampie convergenze tra tutte le forze politiche, presenti nell’assise comunale, al fine di individuare tutti insieme una personalità, e ce ne sono, che possa svolgere questo importante ruolo di “garanzia” nell’interesse supremo dell’intero Consiglio Comunale. Anche per questo motivo, nonostante gli sforzi prodotti, corre voce che l’autocandidatura dell’ex-Presidente del Consiglio dell’Amministrazione Cimmino, attuale presidente dei “Volta&Gabbana”, sia stata bruciata sul nascere dalla competitività scoppiata tra le civiche all’interno di una coalizione litigiosa e sparpagliata. E chest’è!   

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