(di Frank Tracchia) Non c’è proprio nulla da dire. Anzi, una cosa ci sarebbe: Castellammare (e la politica stabiese) vadano a “scuola”, di grandi eventi, da Gragnano. Perché? Subito! È bastato mettere un “boss” (nemmeno poi così tanto in incognito), come l’imprenditore-pastaio, Giuseppe Di Martino e una buona (e radicata) agenzia di comunicazione a pubblicizzare il tutto, per mettere tutti d’accordo e riportare “vagonate” di persone a Gragnano, per la “Festa della Pasta”, nei giorni 8, 9, 10 e prolungata anche per il giorno 11 settembre causa pioggia. Un ottimo brand che, non avrebbe reso Castellammare “città del turismo” ma l’avrebbe fatta apprezzare per eventi di alta qualità: magari per la “Festa dell’Acqua”. Anche se, in quel ramo, capiamo che ci sia veramente poco da festeggiare per il Partito Democratico stabiese, per “l’ultimo dei superstiti sindaci”, Antonio Pannullo e per il “cuciniere per casa”, Andrea Di Martino, ed è stato meglio “ridursi” a friggere zeppole e panzarotti nel piazzale delle Antiche Terme Stabiane: chiudendo le fonti, la “ricchezza” non valorizzata. Ma sarebbe ora di pensarci. O no? Ah, saperlo!
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