(Red) – Sarebbe appena il caso di scrivere finalmente, visto che riprende quota il dibattito sul tema della destinazione dell’antico porto della città di Castellammare di Stabia. A riaccendere il dibattito, e le speranze degli stabiesi di poter vedere decollare questo disegno, è stato il nuovo Presidente dell’Autorità Portuale, del Porto di Napoli e di Castellammare di Stabia, Andrea Annunziata. Un intervento che ha finalmente colto la necessità di dar luogo ad una non più indifferibile esigenza storica di un porto, spesso vituperato e mal utilizzato, al fine di creare le condizioni necessarie per riuscire nell’intento di realizzare quella strabenedetta “Stazione Marittima” che, storicamente, aveva rappresentato nel passato, il capolinea di partenza dei Canguro in collegamento con la terra Siciliana, una realtà portuale molto funzionale ed operativa. “Oggi c’è il Recovery Plan, adesso bisognerà correre. Le Città ora devono scegliere il loro futuro”. Queste le frasi pronunciate dal nuovo Presidente, una frustata alla strumentale “melina” che, per troppo tempo, ha bloccato lo sviluppo imprenditoriale sui territori, impedendo alle città di fare scelte decisive su dove indirizzare i finanziamenti per poter decollare. E’ arrivata l’ora delle scelte che condizioneranno il futuro sviluppo nei prossimi trent’anni. Intanto, non è certamente sfuggita al Sindaco stabiese, questa provocazione in positivo. Infatti, Cimmino recepito il messaggio, ha subito sottolineato l’importanza e la necessità di salvaguardare, e valorizzare, il centro storico della città, attraverso quanto già tratteggiato nel Dos e nelle linee guida del redigendo Puc. Ulteriormente, Cimmino ci ha tenuto a sottolineare: “Non possiamo perdere questo vantaggio unico, perché realizzare il ‘Polo Crocieristico’ significa, per la nostra amministrazione e per la città, dare impulso alla vocazione turistica del nostro territorio e di realizzare, allo stesso tempo, la creazione di nuove ed importanti opportunità di lavoro”. Un momento veramente cruciale per Castellammare, considerato che le scelte operate dalla Regione Campania, in un recente passato, hanno visto dirottare fondi per centinaia di milioni di euro di finanziamento per i porti che vanno da Salerno a Torre annunziata, fino a quel di Pozzuoli, bypassando la necessità e il bisogno di rilanciare le potenzialità di un porto che, fino ad un quarto di secolo fa, risultava essere secondo solo a quello di Napoli.      

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