(di Red) Quale Termalismo nella città delle acque
Nel corso delle riflessioni, avviate nei giorni scorsi, è stata analizzata l’importanza del turismo termale e del benessere moderno, ma con radici molto antiche, i suoi vantaggi rispetto ad altri segmenti turistici e il suo valore all’interno di una destinazione locale. È stato visto, infatti, come il turismo termale possa giocare un ruolo importante all’interno di una località̀ turistica in diversi modi: aumentando gli arrivi, prolungando la permanenza media, incrementando la spesa media pro capite, permettendo politiche di destagionalizzazione. Questo può̀ essere sfruttato in modo strategico da una località̀ che si rivolge a diversi segmenti di domanda turistica.
Ponendo l’ attenzione sul caso Terme di Stabia, così come si è evinto dalla cronologia degli eventi raccontati, l’ impatto fortemente dannoso per questa azienda è stata la “mala gestio” dell’ organo amministrativo. Dunque, ad oggi, per poter rilanciare il Termalismo bisognerebbe implementare nuove politiche strategiche che includano le Terme affinché costituiscano uno dei principali valori aggiunti della città di Castellammare Di Stabia, ma ancora adottare, incentivandole, delle strategie di marketing incentrate sulla differenziazione dei prodotti turistici che supportano lo sviluppo del turismo termale e, di conseguenza, anche la competizione tra diverse destinazioni turistiche della zona continuando ad intensificarsi apporterebbero di sicuro risultati impensabili. La destinazione turistica deve, giocoforza, avviare un tentativo di trasformazione, di riprogettazione e ringiovanimento attraverso lo sviluppo e la promozione, tale che le Terme di Stabia riescano a collocarsi in questo contesto come mezzo per differenziarla. Infine, ma non meno importante, sarebbe utile tenere conto che una località̀ termale non si basa esclusivamente sulle risorse primarie termali ma deriva da un più̀ ampio complesso di elementi, dalla qualità̀ e organizzazione di tutte le risorse disponibili in loco e dalla promozione e valorizzazione della destinazione nel suo insieme.
Alla base di ogni politica da attuare deve corrispondere un’attenta analisi dell’ambiente esterno e interno, delle forze e delle opportunità̀, delle debolezze e delle minacce, dei competitors e, soprattutto della domanda, in modo da distinguere i target di clientela e permettere, quindi, un corretto confezionamento e posizionamento dell’offerta e adeguate politiche e scelte di marketing (da quelle di prodotto e di prezzo a quelle di comunicazione e distribuzione). In primis, però, è necessario tenere bene a mente che, nonostante negli ultimi anni gli arrivi e le presenze termali costituiscano solamente circa il 4% della domanda turistica nazionale, il sistema termale italiano rappresenta un patrimonio di grande valore e ricco di potenzialità̀ da tutelare e valorizzare, affinché́ possa rappresentare un volano per il turismo locale e accrescere la capacità attrattiva e la competitività̀ dell’intera ‘destinazione Italia’. Ma a questo punto scatta obbligatoriamente una domanda: Senza le necessarie infrastrutture turistiche-ricettive quale futuro potrà avere una città che non è più industriale e che non è mai diventata turistica? Quanti posti letto esistono nella città di Viviani? E quanti ne occorrerebbero per poter finalmente rientrare nel novero del circuito turistico nazionale? Questi, ed ancora tanti altri quesiti, è oggi necessario porre al centro del dibattito politico che potrebbe, al netto della politica di impoverimento della città ex delle acque perseguita per un ventennio dal centrosinistra stabiese, rilanciare l’economia di Castellammare sfruttando le proprie incommensurabili ricchezze naturali, consentendogli in tal modo di uscire da uno svergognato buio e squallido tunnel che ha negato, almeno fino ad oggi, la possibilità ai giovani stabiesi di poter mettere a disposizione dei propri concittadini professionalità e servizi. Ma di questo ne parleremo nei prossimi giorni!

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