(di Carlo Carrillo) – Un consiglio comunale, quello celebrato nella giornata di ieri nell’aula Falcone&Borsellino, che ha assunto, in taluni momenti, la connotazione di uno squallido “mercato del pesce” di infimo livello di una degradata ed abbandonata periferia. Mai è accaduto che in un consesso istituzionale, almeno per quello stabiese, accadesse che un consigliere comunale dell’opposizione trascendesse nel linguaggio arrivando al punto di offendere, sul piano personale, il presidente dell’assise che, nell’esercizio della funzione, è tenuto a garantire il regolare svolgimento dei lavori secondo quanto è previsto dal regolamento degli organi. Inoltre, nello svolgimento di tale ruolo, il presidente del consiglio è confortato dalla presenza del segretario generale e dall’ufficio di presidenza che provvedono a supportarlo affinché possa esercitare la funzione, in maniera superpartes, a tutela e garanzia del rispetto della normativa da parte di tutti i partecipanti al consiglio comunale. Il comportamento, sicuramente censurabile, di alcuni consiglieri comunali dell’opposizione è stato sopra le righe, in pratica hanno fatto la pipì proprio fuori dal vaso, in quanto bisogna precisare che questi signori sono molto esperti in politica, e di consigli comunali, avendo svolto questo ruolo più volte, ed addirittura qualcuno tra loro ha ricoperto anche il ruolo di presidente del consiglio. Un comportamento scorretto, molto arrogante, che ha determinato tensione e nervosismo nel corso dell’assise che, solo grazie al senso di responsabilità della coalizione di maggioranza, ha portato a buon fine l’esito del consiglio comunale. Poi la sorpresa, il consigliere in questione si è presentato dal presidente del consiglio per chiedere scusa, ma è molto comodo cosi, offendere in pubblico e scusarsi in privato, non funziona così. Se le frasi profferite fossero scappate, in un momento d’ira, ad un consigliere inesperto ci poteva pure stare, ma considerato che a questo esperto consigliere piace molto “Gigioneggiare” nutriamo seri dubbi che le scuse di “ripensamento” siano maturate solo dopo i momenti di tensione creati, ed alimentati, solo dalla propria parte politica. E se proprio sentiva di doversi scusare con il presidente del consiglio, per quale motivo non lo ha fatto in aula visto che è intervenuto più volte nel corso dell’assise, e l’occasione non gli è di certo mancata? Questa volta è stato superato ogni limite, e proviamo per un attimo solo ad immaginare se questo stesso trattamento fosse stato riservato alla sua persona, non osiamo nemmeno pensarlo, di sicuro sappiamo che sarebbe sceso in campo finanche il New York Times a difendere l’onore ferito di “Mimì Metallurgico” offeso dai “nazifascisti” stabiesi che nutrono poco rispetto per il prossimo e per i novelli “Terrapiattisti” stabiesi. Ah, però, però, però!!!
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