(Carlo Carrillo) – L’ordinanza n. 36 del 21/12/2018, che trattava il divieto di utilizzo di sistemi di amplificazione, altoparlanti e quant’altro per intrattenere, attraverso diffusione di suoni, frequentatori abituali od occasionali al di fuori di locali ha determinato pesanti equivoci e forti perplessità nella interpretazione del personale preposto ad esigerne il rispetto da parte degli esercizi commerciali del territorio stabiese. E’ ormai abitudine consolidata, durante le vigilie di Natale e Capodanno, per i locali della città, ed in particolare quelli frequentati abitualmente dai giovani, di sistemare attrezzature musicali attraverso le quali diffondere suoni e musica per alimentare, nel clima di festa, attività mirate ad allietare i propri clienti sia abituali che occasionali. La città intera, nelle vigilie di Natale e Capodanno, e non solo nelle zone inibite al traffico automobilistico era in ogni suo angolo, anche il più recondito, tutta musica ed allegria che coinvolgeva non solo la clientela internamente ai locali ma anche i cittadini che provvedevano ad effettuare le normali compere afferenti i regali e le ultime cose utili per il cenone, un classico nelle vigilie al sud. A tentare di metter fine a queste consolidate abitudini arriva l’ordinanza 36 ed in giro, a vigilare, gli uomini della Polizia Locale sparsi sul territorio nel tentativo di evitare ogni possibilità di poterla violare. Ma ecco che accade l’impensabile, infatti, alcuni locali, sembrerebbe siano cinque e tutti al centro della città, si sono visti recapitare nella giornata di venerdì due verbali di contestazione ai sensi dell’articolo 7 del T.U.E.L. che notificavano la violazione dell’ordinanza in epigrafe contestando la relativa istallazione di strumenti di amplificazione musicali al fine di attrarre la clientela nell’esercizio commerciale. Ma la sorpresa è stata quando gli stessi imprenditori, dopo appena tre ore, si son visti recapitare anche l’ordinanza firmata da sindaco che comminava la sanzione di ben cinque giorni di chiusura partire dalla giornata del 5 gennaio. Una mazzata terrificante, in particolare in questa coda natalizia con gli ultimi giorni di festa, una decisione che ha determinato scoramento e rabbia allo stesso tempo, considerato che alcuni dei locali presi di mira, pur non negando di aver installato amplificazione musicale, alcuni le attrezzature le avevano installate solo all’interno del proprio locale e che, per contestare l’altissimo volume con il relativo disturbo alla quiete pubblica, ci sarebbe voluto il supporto di un fonometro che a quanto sembra non rientra nelle normali dotazione della nostra municipale. A questo punto, alcuni titolari degli esercizi sanzionati, hanno inteso inviare una pec al Sindaco al fine di invitarlo a sospendere temporaneamente il grave provvedimento, preso atto che lo stesso provvedimento, non tenendo conto di concedere la possibilità al sanzionato di poter difendersi entro i trenta giorni previsti dalla normativa, potrebbe essere semplicemente letta come una “rappresaglia” finalizzata a provocare un notevole danno economico agli esercenti con il pericolo di gravi e pesanti ricadute sulle casse comunali. Questo potrebbe accadere solo nel caso dell’apertura di uno spiacevole contenzioso davanti al Prefetto prima ed al Tar successivamente, laddove nel caso di annullamento del provvedimento amministrativo i cittadini stabiesi potrebbero ritrovarsi a pagare un conto molto salato in relazione ai danni subiti, dagli esercenti, sia per la merce soggetta a deterioramento che al costo del personale contemplando, nello stesso tempo, il mancato introito economico derivante dall’applicazione del provvedimento. Ed a quanto sembra, l’ordinanza 36, non appare vietasse l’istallazione di apparati musicali e/o di produrre suoni all’interno dei locali. O abbiamo letto male? Insomma una coda Natalizia che sembra destinata ad invelenire un clima che, normalmente, dovrebbe essere disteso nei rapporti tra la P.A. ed i suoi cittadini, anche perché già nella giornata di ieri, così come in quella odierna, gli esercizi commerciali hanno rispettato la disposizione dell’ordinanza di chiusura comminata attraverso l’ordinanza del Sindaco. Ed un noto leghista stabiese, a seguito di quanto accaduto, si è lasciato sfuggire un amaro commento: ”Eppure di questi casi ne abbiamo registrati molti in città, ma risulta quantomeno eccentrico che solo cinque locali siano stati oggetto del provvedimento, eppure mentre l’assessore al ramo brindava al centro della città, a non meno di duecento metri dalla Sua postazione c’era “la stesa” del falso d’autore che continuava con l’esposizione e vendita alla “Fiera dei dritti” che, nonostante ordinanze, segnalazioni e lamentele, continua normalmente a svolgersi all’inizio di via Bonito”. Ah, saperlo!!!
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