Ma il sindaco del fare ha un ruolo ben più complesso di chi spacca i meloni e li e mette al sole ad “essiccare”
(di Frank Tracchia) Qualcuno avvisi Tonino Scala che, la sua pantomima, sta diventando quasi da venditore di meloni: di quelli che spaccano continuamente, insensatamente e mettono al sole.
Perché il caro Tonino Scala, che ieri mattina quasi si candidava a sindaco di via Gesù con un post latte e miele per il sindaco Cimmino, conserva l’amaro comunista sulla coda e sull’acqua pubblica per il sindaco del fare, Gaetano Cimmino? Un sindaco che sicuramente non sarà De Gasperi, Pertini, o per usare il nome di un politico molto più vicino alle proprie inclinazioni Berlinguer, ma con l’umiltà giusta ci sta provando in tutti i modi nel tentativo di rialzare le sorti di Castellammare di Stabia; e possiamo dire tranquillamente che oggi le premesse ci stanno tutte. Cosa dire di quelli che vorrebbero stare a dettare i tempi della politica come hanno fatto, per almeno un trentennio a Castellammare di Stabia, i “professori” della politica cittadina di sinistra che il buon Tonino conosce bene; cosa dire di quel “professore” che ci dovrebbe insegnare la “crianza” sul come riqualificare il cuore di Castellammare di Stabia, ma anche in questo caso non sembra cosi: perché il centro antico è stato abbandonato per una vita e sembra veramente un peccato che il buon Tonino se ne accorga solo adesso; oggi che bisognerebbe ripartire da via Gesù (e non da tutto il centro antico); così come bisognava ripartire dalle Terme, dalla Fincantieri, dall’Avis, dal lavoro, dai giovani che vanno via, perché sembra ormai l’unica soluzione, dalla repressione della micro criminalità, della criminalità e della camorra, dai colletti bianchi e dalla politica, non trascurando la camorra politicizzata, che ha ammazzato a Castellammare ben due consiglieri comunali di sinistra. Tutte cose che il buon Tonino probabilmente non ricorda, ma che certamente non sono nate con Gaetano Cimmino sindaco e con il suo centro destra rinnovato, con ben 11consiglieri comunali su 15 di maggioranza, consiglieri che sono entrati per la prima volta in consiglio comunale e che ci stanno mettendo tutto l’impegno di cui sono capaci, proprio tutto. Caro Tonino Scala, fare il sindaco di via Gesù è cosa semplice, e lo potresti fare tranquillamente tu, ma fare il sindaco di Castellammare di Stabia è cosa difficile, ben più difficile, e ricordiamo bene che la maggioranza degli stabiesi, a giugno scorso, ha deciso che ad avere questo onore (ma soprattutto onere) dovesse essere un ex consigliere del PD, un ex segretario cittadino che poi decise improvvisamente di entrare in Forza Italia. Scelta maturata, sicuramente, per lasciarsi alle spalle quel passato pieno di ombre, di infamie e soprattutto di lutti. Cimmino è sembrata la scelta giusta per gli stabiesi, anche al netto di quel M5S che a Castellammare di Stabia, nelle ultime politiche, riuscì, con la promessa del reddito di cittadinanza, addirittura a sbancare con 17mila voti e ben tre eletti al parlamento, mentre alle comunali di Castellammare di Stabia con Nappi, Francesco Nappi ahi lui, non riuscì ad andare oltre una ennesima e misera gran brutta figura, non arrivando neanche al ballottaggio. Al ballottaggio con Cimmino ci arrivò invece Di Martino, ex vice sindaco di Pannullo e di quel PD sul quale stendiamo un velo pietoso con Cuomo, Nicolino, lo stesso velo che dovrebbe stendere Massimino De Angelis comprendendo anch’egli che, per la prima volta, Castellammare ha scelto bene. E ora, buona limonata cari compagni dell’unico fantomatico professore della sinistra stabiese che ha distrutto, non solo Castellammare di Stabia, anche tutto quello che di buono esisteva nel comprensorio circostante. Basta solo guardarsi intorno, o no?
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