Riceviamo e con immenso piacere pubblichiamo la lettera del Comm. Flavio Di Martino.
Nella lettera pubblicata dal Corriere della Sera del 4 Luglio 2001; lettera con cui rispondeva a Giuseppe Tamburrano, storico Dirigente del P.S.I., Montanelli ebbe a scrivere: “non sono soltanto i motivi di alchimia politica che ispirano i miei sentimenti verso il socialismo quanto il ricordo dell’opera missionaria da voi svolta presso le classi più umili con i vostri Massarenti: le Cooperative, le scuole serali per la lotta all’analfabetismo. Ecco il Socialismo nel quale avrei potuto militare anch’io, se avessi avuto abbastanza altruismo e abbastanza umiltà, e di cui l’attuale società denunzia paurosamente la mancanza”. La lettera, non breve, finisce così: “Bene, caro Tamburrano. Credo che come forza politica siate abbastanza mal messi. Ma in compenso avete in mano una grande bandiera che prima o poi un esercito la ritroverà”. E’ vero; come forza politica, per i motivi cui ho fatto cenno, siamo messi male e che l’ipotesi dell’esercito, esistente negli altri paesi europei, riguarda il divenire della pattuglia che in Italia ha impedito che la bandiera venisse ammainata.
La bandiera c’è e da qui a poco, per quanto riguarda la nostra Città, ritornerà a sventolare sul pennone della Politica stabiese nel segno dell’Umanesimo e del riformismo socialisti. Notizia anticipata, attraverso la stampa, dai compagni Tonino Esposito, già apprezzato assessore nella Giunta guidata dal Sindaco Polito, e da Pierluigi Estero, giovane e vivace espressione degli ideali socialisti e del pragmatismo sindacale. Questo è avvenuto due mesi fa e solo il silenzio ha fatto rumore, facendo avvertire quale sia il livello della sensibilità politica che insiste nell’area stabiese rispetto ad un avvenimento che, con la nuova struttura sezionale del Partito Socialista Italiano, contribuirà ad allargare lo spazio del confronto e a rafforzare l’impegno di coloro che operano, dentro e fuori Palazzo Farnese, per la rinascita della Città. Comunque, per il momento, quello che riguarda i socialisti è che in tutte le realtà comunali della Regione Campania, come a Castellammare di Stabia, è in corso l’operazione di rilancio politico e organizzativo del P.S.I., avviata e diretta, nello spirito dell’articolo 49 della Costituzione , dal Consigliere regionale, componente dell’Esecutivo Nazionale del Partito, Enzo Maraio. Il 15 Ottobre scorso, insieme ai Coordinatori Tonino Esposito e Pierluigi Estero, ho avuto modo di incontrarlo, accompagnato dai giovani componenti il suo staff. E’ stato il momento della conoscenza personale; eppure nel 2008 ci siamo trovati a sottoscrivere la stessa mozione congressuale; la terza, quella di Riccardo Nencini: Un nuovo inizio per il Partito Socialista. Una scelta che sembra profetica se, come è vero, vi corrisponde proprio quello che si sta verificando oggi!
Sintonia politica che ha avuto modo di confermarsi nel corso dell’esame svoltosi, con la sola interruzione per gustare il buon caffè di casa mia, per trattare e valutare tutte le problematiche cittadine. Ne è uscito, purtroppo, un quadro allarmante, rispetto al quale l’intesa politica e istituzionale con la Regione trova in Enzo Maraio, per sua affermazione, un solido punto di riferimento. Questo ci ha portato a considerare, tra l’altro, come il tempo del Cupio dissolvi e del Muoia Sansone con tutti i Filistei, deve avere fine perché l’immagine della nostra Città possa recuperare se stessa e uscire anche dall’accoppiata con il modello stabia al quale si fa riferimento quando in ogni altra Città, per le liti e le lotte intestine delle sue componenti, si scioglie anticipatamente il Consiglio Comunale. Questo l’embrione della linea politica che i Socialisti andranno a definire e a rendere operativa attraverso gli Organismi sezionali che nasceranno con la chiusura del tesseramento e del conseguente Congresso al quale, oggi per domani, affido una considerazione, spinto dall’amore per la Città; amore che è comune a quello di tutti i veri stabiesi, e dalla dimensione dei suoi problemi sociali, economici, occupazionali e civili. Dimensione che impone a tutti, senza travisamento dei ruoli, di fare la propria parte per individuarne le cause e ricercarne le soluzioni; con la maggioranza consiliare aperta ai contributi della minoranza e con quest’ultima disponibile a innovare il modo di fare opposizione trasformandola, alla luce del sole e senza inciuci, in concorso costruttivo; da attuare tramite la concertazione con il Governo cittadino , al fine esclusivo di rendere più forti le azioni da compiere per liberare la Città dal cappio di una emergenza che, per la sua dimensione e gravità, non ha precedenti Il segnale che arriva con il voto unitario che ha contraddistinto i lavori dell’ultimo Consiglio Comunale va in questa direzione e, nella logica del fine che giustifica il mezzo, rafforza la convinzione che l’indicata e auspicata trasformazione è possibile e non utopistica. Specie se, in generale, c’è la disponibilità a non sedersi sulla sponda del fiume; a deporre rancori, perfidie e voglia di rivincita sull’altare della Città; a guardare l’avversario secondo il proverbio prodotto dalla saggezza orientale: non importa di che colore è il gatto; l’importante è che mangi il topo!
Questo, oltre a far riguadagnare fiducia nella politica e rispetto per tutti quelli ha la rappresentano con autentico spirito di servizio e non per mestiere, riporterebbe in auge quel laboratorio politico di cui Castellammare di Stabia, per esserne l’emblema, ha potuto vantarsi in tempi non molto lontani.
Castellammare di Stabia lì 22 ottobre 2016 Flavio Di Martino
comments (0)