(di Redazionale) – Questa redazione va da anni ribadendo di condividere, nella sua interezza, un’affermazione del grande e noto scrittore italiano, Umberto Eco, afferente l’uso dei social. Infatti il grande ed incommensurabile scrittore, nel brevissimo incontro con i giornalisti nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale di Torino di circa quattro anni fa, subito dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei Media”  dalle mani del chiarissimo rettore, prof. Gianmaria Ajani, si lasciò andare, e davanti alla fatidica domanda di cosa ne pensasse dello sdoganamento dei social nel mondo della comunicazione sentenziò: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». Ed a sostegno, di questa inconfutabile tesi di cui in epigrafe, basterebbe molto poco, per chiunque abbia intenzione di verificarne la veridicità, e navigare attraverso i profili social della propria sfera di amicizie e conoscenze. Per non parlare poi di quello che compare scritto in alcuni dei profili social di certuni pseudo-politici locali, si corre veramente il rischio di “sganasciarsi di risate” tante sono le “supercazzole” sparate alla rinfusa, attraverso messaggi postati che, spessissimo, risultano scritti male e quasi sempre imbottiti di acrimonia e cattiverie al solo fine di trovare una valida quanto inutile giustificazione ai loro comportamenti istituzionali. Avremmo anche potuto capire, e giustificare il soggetto in questione, se lo stesso avesse quantomeno argomentato sul tema in questione, ed avremmo capito ancora di più se avesse avuto gli attributi necessari per rilasciare nell’aula preposta le dichiarazioni politiche e tecniche, ma se per un “personaggio” senza autori e senza dignità politica che, non riesce nemmeno a capire quale sia la differenza tra un blog ed una testata giornalistica, ritiene doversi ritenere ammissibili e credibili le motivazioni addotte sul proprio profilo social, significa che siamo arrivati alla frutta. Gli impegni di lavoro non rappresentano una valida giustificazione, in quanto queste motivazioni non valgono solo per la sua persona ma dovrebbero valere per tutti coloro che sono stati eletti nell’assise cittadina, e giacché non gli ha prescritto il medico, e neanche il prete, di fare il consigliere comunale, quella di candidarsi è stata una sua precisa scelta personale, abbiamo ritenuto necessario informare i cittadini che hanno riposto la propria fiducia nella Sua persona che al momento di discutere, e votare, su di un argomento scabroso e sentito, il consigliere in questione ha abbandonato l’aula, tutto il resto è aria fritta. Non si può consentire ad un “impalpabile” consigliucolo, eletto dai cittadini, di volersi giustificare per un’assenza pianificata di concerto con il centrosinistra stabiese colpevole e responsabile della stessa questione Ego Eco che ha comportato la maturazione di un debito fuori bilancio di circa 1milione800mila euro. E’ stata una questione di “microcredito”? Certo, e non solo, una questione di poco credito e pedalini fashion a cinque stelle. Viva Eco, tutta la vita!!!     

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