(Carlo Carrillo) – Giornate campali sono state quelle trascorse a cavallo dell’ultimo fine settimana appena passato. Giornate che, a seguito di qualche articolo a sfondo politico pubblicato dalla nostra testata, hanno determinato una spumeggiante fibrillazione in un dibattito politico assente, talvolta astruso e privo di contenuti qualificati, considerati gli atteggiamenti assunti in consiglio comunale dalle opposizioni che, in disparte il solito P.D. che ha presentato un contributo programmatico al dibattito politico attraverso il consigliere Iovino, hanno preferito abbandonare l’aula consiliare rinunciando al confronto dialettico su problematiche importantissime, leggasi DOS e situazione afferente alle Opere Pubbliche mai ultimate, che attengono la città e gli stabiesi. Una scelta, quella messa in campo dal policromo cartello delle opposizioni, che abbiamo ferocemente criticato in quanto, davanti a delle tematiche che vedono in ballo circa 14milioni di euro per il Dos, non si può scegliere di abbandonare l’aula, e di conseguenza il dibattito politico ed il confronto, nascondendosi dietro la puerile nonchè inadeguata giustificazione che l’amministrazione non abbia, presumibilmente, rispettato il protocollo stabilito sapendo bene di mentire spudoratamente, chissà per quali loschi fini reconditi, visto che sono state promosse assemblee ed incontri con la cittadinanza, con associazioni e parti sociali fino ad incontrare tecnici ed imprenditori del territorio. Quello che abbiamo inteso dimostrare, attraverso i nostri pezzi, è stata la totale assenza di questi gruppi consiliari sulle tematiche contemplate nell’ordinatorio dell’assise degli ultimi quattro consigli comunali che, e lo ripetiamo, fatta salva la proposta del P.D. nessun altra proposta è pervenuta al dibattito e quindi, in virtù di tanto, abbiamo anche provato a chiederci se questo atteggiamento fosse dovuto ad una naturale impreparazione sulle problematiche in discussione, ipotesi che tra l’altro è risultata molto verosimile considerato il livello e la qualità di come svolge il proprio ruolo questo cartello di opposizione. Tanto ha determinato una becera ed incontenibile reazione di un consigliere pentastellino che, a scapito del confronto politico, ha preferito buttarla in rissa mediatica sui social, e con l’appoggio di qualche inopportuno ed invadente tirapiedi da strapazzo, ha tirato in ballo affetti personali che nulla avevano a che fare con il confronto e la discussione politica che avevamo messo in campo. Alla luce di una manifesta incapacità a discutere temi così delicati e fondamentali per la città, e questo ci potrebbe anche stare, la scelta rissaiola dell’Odiatore sociale di professione si è scatenata nella sua fase più intensa quando, a seguito di una ennesima boutade sparata sulle competenze della commissione consiliare, gli è stato fatto notare che “deliberare” non rientra nei compiti e nelle competenze della commissione di cui, indegnamente fa parte, ma che i compiti di una commissione consiliare sono così contemplati: “Le commissioni consiliari sono competenti ad esprimere proposte, valutazioni e pareri al Consiglio Comunale in ordine a tutti i problemi riguardanti la commissione stessa”. E se, un Consigliere Comunale, non conosce nemmeno i compiti istituzionali che attengono il proprio ruolo non può la presinzione di rappresentare nemmeno se stesso all’interno di un consesso così importante per la comunità, pertanto due sole restano le alternative; o studia e, compatibilmente con le proprie capacità di apprendimento, risolve il problema in maniera definitiva o, in alternativa, DEVE DIMETTERSI per manifesta incapacità nello svolgimento del proprio ruolo. E chest’è, tutto il resto è Paranoia!
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