Vanacore(Redazionale) – Ieri mattina, nella sala dell’Hotel dei Congressi di Castellammare di Stabia, si è svolta una conferenza stampa convocata dall’amministratore unico di Sint, Biagio Vanacore, per rispondere ai disparati attacchi ricevuti dagli organi di stampa in relazione alla traumatizzante situazione in cui versano gli immobili dello stabilimento di ex Terme di Stabia. Infatti, dopo un inizio conferenza schioppettante, l’amministratore di Sint, nominato e voluto da Nicola Cuomo, ha dovuto rispondere, tra l’altro, ad alcune insidiose domande poste dai giornalisti presenti. La prima parte è stata una ricostruzione certosina della storia di Sint dal 5 agosto 2013, data della sua nomina ad amministratore della società in house del comune stabiese, fino alla sua riconferma dell’agosto scorso, con dei passaggi davvero molto interessanti che attengono degli atteggiamenti gestionali che, a quanto sembra, sono emersi e dettati solo da scelte politiche sbagliate e/o strumentali secondo le argomentazioni addotte dal Vanacore. Ma le rivelazioni più “scottanti” appaiono quelle relative alla “scelta politica” dell’amministrazione Cuomo, che secondo Vanacore, avrebbe deciso di non accettare la restituzione degli immobili che non fosse legata esclusivamente a  questi ultimi. Infatti, Vanacore riferisce che il contenzioso che si sarebbe acceso con la curatela fallimentare atteneva proprio la sola ed unica richiesta tesa alla restituzione degli immobili, e non del compendio aziendale, comprensivo anche del Guardaroba e dei beni mobili, comprendente tra l’altro anche le maestranze aziendali, beni che nel 1972, così come stabilito con apposita convenzione tra Comune, Sint e Terme Stabiane ancora in essere, furono trasferiti tutti nella disponibilità dell’allora società Terme Stabiane. Di tutto ciò scarica le responsabilità politiche sulla scelta operata nell’assemblea dei soci, per cui, di queste decisioni, fa ricadere la responsabilità unicamente sul groppone dell’ex sindaco Cuomo che, guardacaso, lo aveva fortemente voluto e nominato.  Ma la verità storica è  rappresentata dal fatto che le Terme di Stabia sono state riconsegnate il 7/8 marzo 2016 dalla curatela alla Sint così come da verbali firmati. Pertanto non risultano veritiere le affermazioni del Vanacore in merito ad una presunta riconsegna avvenuta, a suo avviso, nel mese di Luglio 2016. Inoltre, sarebbe appena il caso di sottolineare, la restituzione materiale dell’azienda Terme, da parte del Tribunale di Taz, risulta essere avvenuta, con provvedimento del 22 luglio 2015 del giudice Del Sorbo. La Sint si è sempre rifiutata di accettare il compendio aziendale solo perché non voleva i lavoratori. In definitiva, nel verbale, redatto il 7 marzo 2016, la Sint accetta come restituzione il compendio immobiliare, e nel verbale Sequino inserì la seguente clausola:” Fermo ed impregiudicato ogni qualificazione e decisione in ordine all’attuale esistenza, o meno, del complesso aziendale”. Insomma, per arrivare a stabilire la verità sulla questione, bisognerebbe ascoltare anche la voce di Sequino, nel merito di questa tortuosa vicenda, al fine di individuare le responsabilità sulla mancata tutela del patrimonio degli stabiesi. Le altre rivelazioni, inaspettate a dire la verità, sono state quelle relative all’unico immobile non ancora nella disponibilità di Sint, e mentre qualcuno provvedeva a ricordargli di un  presunto pignoramento gravante su Villa Ersilia, l’amministratore Vanacore, ha voluto giustificare il fatto come un semplice ritardo dell’amministrazione che si sarebbe attivata per realizzare finalmente ad accogliere “l’osservatorio delle acque”, uso al quale la struttura era stata predestinata. Ma sorpresa delle sorprese, informa i convenuti che la società Sint sarebbe divenuta, per quanto concerne il possesso pieno delle quote societarie, interamente partecipata di proprietà del comune stabiese solo nel momento in cui il comune ha provveduto ad estinguere il debito contratto con il Ministero del Tesoro, ossia nell’anno 2007. La Sint che è una società che nasce, nelle sue peculiarità, come una società in house in quanto in possesso di ben tre, su cinque, dei requisiti richiesti dalla normativa, diventa, nel corso della conferenza stampa, secondo il suo amministratore, una società privata a capitale pubblico che, ironia della sorte, dovrebbe gestire il patrimonio immobiliare del comune stabiese. Ma se non riesce a tutelare il proprio patrimonio come potrebbe tutelare quello stabiese?  Questi i punti fondamentali di una difesa d’ufficio del proprio operato, da solo e senza alcun sostegno politico dell’amministrazione, Biagio Vanacore ha vanamente tentato di giustificare la mancata tutela degli immobili di cui la Sint dovrebbe garantirne la tutela, un patrimonio lasciato in balia di “Cannibali” della peggior specie che dovrebbe essere tutelato dai cittadini, in quanto patrimonio pubblico, ma in particolare da chi è deputato per eccellenza in forza di un incarico che sta riducendo a quello di una semplice badante che si limita al solo cambio del pannolone sporco. Un muro per difendere un patrimonio sembra molto poco, visto che alle Terme si entra proprio dappertutto tranne che dal punto dove è stato costruito il muro.

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