(di Carcar) – Non sembra ma, nella città delle acque, il tempo vola. Infatti appena un anno fa, in questa giornata, si votava per le consultazioni comunali e la tensione in giro era tanta. Cinque coalizioni, con altrettanti candidati sindaco si sfidavano nell’arena dei seggi elettorali, mentre davanti ad ogni agglomerato di seggi insistevano candidati, e uomini dei partiti, nell’ultimo tentativo di raccogliere qualche “votariello di scontrufo” nella flebile speranza di beccare qualche elettore che non fosse stato preventivamente intercettato dagli avversari. Tutto si stava svolgendo regolarmente quando, nella prima parte della mattinata, spuntò una diretta facebook di un candidato sindaco che, evidentemente preavvisato, denunciava un presunto tentativo di fotografare la scheda elettorale, appena votata, da due elettori che, successivamente identificati, risultavano legati da vincoli di parentela diretta. Infatti, si trattava di un anziano genitore che, in compagnia della propria figliola, dopo aver segnato sulla scheda elettorale il simbolo di una civica, insieme ai nomi dei due candidati di genere diverso, avrebbero tentato di fotografare il voto appena espresso. Il clik del telefonino non sfuggì ad un attento e sveglio rappresentante di lista che, segnalando quanto avveniva nelle due cabine a seguito anche della perdita di tempo della strana coppia, permise al presidente di seggio di allertare la forza pubblica presente e di sottoporre i due elettori a precise domande in merito agli strani rumori, verosimilmente somiglianti al clik dello scatto di una foto, provenienti dalle cabine in cui avevano espresso il loro voto. “Nu paccar pè fa parlà e nù paliatone pe fà sta zitt”, questo si verificò da quel momento in poi, infatti, dopo che un nostro redattore si portò sul posto, riuscimmo ad intervistare anche il rappresentante di lista Piddino, nonché candidato alle comunali, che ci raccontò con dovizia di particolari come si era svolta l’intera vicenda. Non appena pubblicammo il nostro articolo successe il putiferio, qualcuno con la coda di paglia corse anche in questura a querelarci, mentre il candidato sindaco che aveva fruito di quei due voti, e secondo quanto andava emergendo quel sistema sembrava molto articolato ed in voga quel giorno, aprì immediatamente le sue “bocche di fuoco” per sparare veleni e cattiverie condite di coloriti improperi “dreemsati”. Un anno è trascorso, e secondo quel che ne sappiamo, sembra che alcune persone informate sui fatti, in disparte gli elettori imputati, siano state già ascoltate, compreso il personaggio che avrebbe provveduto a contattare gli amatoriali “fotografi del seggio 44”, mentre circola voce che la candidata votata, su quelle schede e risultata poi eletta in consiglio comunale, sembra che oggi si sia colLEGAta ad un partito che sul territorio risulta molto radicato. Il paradosso? E quello che con soli 44 passi si rischia di passare, in men che non si dica, dall’opposizione al governo della città. Ah, saperlo!!!
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