(di Red) – Un organico che si assottiglia ogni giorno di più, quello del comune di Castellammare di Stabia, vuoi per il normale esodo dei dipendenti che sono arrivati al limite naturale fissato dalla legge Fornero, vuoi per quello sopravvenuto a seguito della famosa quota cento. Una legge che ha aperto dei nuovi orizzonti, determinando adesioni inaspettate che potrebbero comportare, come conseguenza. una pesante ricaduta in capo alla macchina comunale alterandone il suo già complicato ed affannato funzionamento. Un dato fondamentale è rappresentato dai  numeri che fotografano la situazione attuale, sono impietosi, si rischia il corto circuito che potrebbe risultare fatale finanche per la normale gestione del lavoro quotidiano  a danno dei cittadini e della città. Trecento unità oggi in forza ad un organico comunale che fino al 2010, al netto del personale a tempo determinato, contava su circa 480 unità lavorative, un numero che nel corso di questi ultimi anni si è assottigliato in maniera esponenziale al punto che circa 1/3 del personale si è ritrovato in quiescenza. Per capire la gravità della situazione oggi in itinere basti pensare che, con le prossime due finestre con scadenza gennaio 2020, scatterà l’esodo per circa 77 unità, di cui 22 a seguito della Fornero e 55 circa per l’avvento di “Quota 100”. In sintesi il comune stabiese potrebbe ritrovarsi, nei primi giorni di febbraio 2020, a dover fronteggiare un emergenza personale derivante da una pianta organica costituita da appena 220 lavoratori circa corrispondente al 45% del personale in servizio appena 9 anni orsono. Per quale motivo siamo arrivati a dover fronteggiare questa situazione? Semplice, la mancata copertura del Turn-over addebitabile al blocco dei concorsi prima, poi la politica “dissesto” di Cuomiana memoria, che in sinergia con la politica delle clientele sinistrorse, ha determinato quello che potrebbe configurarsi come l’ingessamento totale, con il blocco, delle attività amministrative del comune stabiese. A tanto basti aggiungere un dato che sembra significativo, due dipendenti in Stand-by, di cui uno sospeso da circa dodici anni, ed in attesa del giudizio definitivo, ed un altro in regime di malattia da tre anni e più, dipendenti per i quali sembra non siano stati avviati i procedimenti di rito, seppur previsti dal C.C.N.L., in riferimento alla convocazione del Consiglio di disciplina dell’Ente per il primo caso, che continua comunque a percepire gli assegni previsti, nonché la eventuale mancata attivazione del previsto “periodo di Comporto” per il secondo caso che, purtroppo, sembrerebbe rientrare anch’esso nella sfera di quelli contemplati con chiarezza dal Contratto Collettivo di lavoro tutt’oggi vigente. E meno male che questa amministrazione ha deciso, in maniera coraggiosa ed efficace, di dar luogo alla procedura concorsuale nel tentativo di evitare la paralisi completa delle attività, una paralisi che potrebbe comportare danni veramente irreparabili considerata anche la necessità di dover garantire un adeguato ricambio generazionale ad un organico, che come età media, risulta tra i più vetusti dei comuni italiani. Queste le conseguenze di una “Mala Gestio”, di circa 25 anni di disamministrazione della cosa pubblica, che per anni ha governato la gestione del proprio orticello clientelare anteponendo squallidi interessi di parte a quelli della città e degli stabiesi.

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