(di Red) – Le elezioni comunali dello scorso hanno sbattuto all’opposizione il PD, con tutti i loro alleati, sulla scorta di un voro che ha tenuto conto delle nefandezze amministrative e politiche che, questo partito, ha perpetrato ai danni della città e dei cittadini. In questo anno trascorso dal giorno del rinnovo del consiglio comunale, a tutt’oggi, in disparte qualche piccolo e modestissimo contributo offerto da questo partito, ha tentato solo di avversare in maniera distruttiva l’operato dell’amministrazione comunale quelle rare volte che è rimasto fino alla fine dei lavori consiliari. Del resto non ci si attendeva molto di più, preso atto che quando hanno governato, tanto per usare un eufemismo, hanno solamente pensato a realizzare poche miserabili cose afferenti i loro discutibili interessi di bottega. Oggi si comportano come i bambini capricciosi che, sfruguleano i cristiani da lontano lanciando qualche pietra, scappano dileguandosi non appena qualcuno tenti di avvicinarli. Questo è il caso del consigliere PD, Francesco Iovino, che baciato dal divino affetto di Apollo, Dio della conoscenza della poesia e della letteratura, si è lasciato piegare in questi ultimi tempi da un violentissimo e virulento attacco di dissenteria parolaia al punto di uscire, quasi giornaliermente, con comunicati brutali e veementi contro il sindaco e l’amministrazione, superando di gran lunga il limite che attiene la parte “pseudopolitica” e, scivolando sul personale con insulti insulsi e beceri, conditi da considerazioni miserabili all’altezza delle osterie periferiche di infimo livello. Questo attraverso una serie di comunicati inoltrati attraverso i social salvo poi, giunto il momento di confrontarsi in commissione finanze convocata per stamane con la presenza di Scafarto, dileguarsi a gambe levate sottraendosi al confronto nella sede istituzionale preposta per svolgere il proprio compito, di consigliere comunale, in maniera costruttiva e nel profondo rispetto di quei cittadini che l’hanno votato ed eletto per svolgere quel ruolo. E che caspita, Scafarto non l’avrebbe mangiato, un poco di coraggio in più sarebbe bastato, o no? Questa è la storia che, il nostro ruolo, ci impone di portare a conoscenza dei cittadini stabiesi al fine di renderli edotti sulla veridicità di quanto accade nelle stanze di palazzo Farnese. E chest’è!!!
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