Castellammare di Stabia – Scrivo questa lettera senza indicarne i destinatari perché – finalizzata ad aprire una riflessione collettiva, a cominciare da me – possa rimanere immune da ogni strumentalizzazione politica. La scrivo senza alcuna voglia di discettare. ma pensando di essere seduto sul mio scranno di Consigliere comunale con le responsabilità che ne derivano e – come credo che sia anche per gli altri miei colleghi – con la ferma determinazione ad operare nel solo e unico interesse di Castellammare di Stabia.
Con questo spirito, parteciperò a quella che rappresenta una seduta consiliare di certo molto attesa in questi ultimi tempi; preceduta, come si presenta, dalle lacerazioni e dagli scontri che, all’interno della maggioranza, hanno alterato sia rapporti personali che politici. Sbaglierebbe comunque chi pensasse di arrivare in Consiglio Comunale con le armi affilate per chiudere conti aperti o sospesi. Questa intenzione, ove mai dovesse esserci, deve rimanere fuori dell’aula consiliare e lasciare il posto alla disponibilità ad ascoltare per essere ascoltati, in un momento che, come quello che stiamo vivendo, non consente più comportamenti gattopardeschi e giudizi affrettati ovvero fini a se stessi. Se qualcosa c’è da … appuntire, è invece il senso di responsabilità ed il senso del dovere verso la Comunità Stabiese, con i gravi problemi che rendono problematico il vivere quotidiano della stragrande maggioranza dei cittadini che manifestano, ogni giorno di più, la loro sfiducia e il loro dissenso verso l’Amministrazione comunale. La storia cittadina, pertanto, deve poter segnare l’appuntamento del 20 Ottobre 2014 come quello delle decisioni, come quello della fine della reciproca elisione del si e del no, come quello della rottura con la logica del tirare a campare, come quello del coraggio, e non della paura, di affidare all’elettorato il compito di dare alla nostra Città un Governo capace di riaprire la porta delle sue speranze nella possibile valorizzazione delle sue notevoli risorse. Cosa fare perché ciò avvenga? Non intendo fare alcuna provocazione se la risposta penso che possa essere data dai riformisti del Partito Democratico, dei quali ho letto il documento al fulmicotone redatto nei giorni scorsi con grande diffusione murale e a mezzo stampa. Documento che, pur dicendole chiare e tonde, non sfugge alla prova del dubbio, quello che rientra nell’ordinamento democratico; il dubbio che possa essere di origine e di scopo correntizio e, come tale, concorrente all’acquisizione di fette di maggiore potere. E allora, se è vero che l’idillio tra il Sindaco ed alcuni scalpitanti assessori è finito; se è vero tutto quello che lamentano alcuni ben … confidati (sic!) consiglieri di maggioranza, può mai essere altrettanto vero che credano possibile la invocata metamorfosi caratteriale di questo Sindaco che non ha mancato mai occasione per dimostrare come sia assolutista e sprezzante la sua cultura politica e amministrativa? Ciò posto, se sono convinti – e sono certo che lo siano! – che … il lupo cambia il pelo ma non il vizio, non possono non staccare la spina e concorrere a mandarlo a casa. Sarà la prova del nove sulla veridicità della loro volontà di dare un’autentica sterzata al destino della nostra Città, senza farne questione di bandiera. Gli stabiesi ne saranno grati!
Salvatore Vitiello
comments (0)