(di Red) Investimenti seri e una mission produttiva all’altezza della storia del nostro cantiere. Basta con questa pantomima. Lo stabilimento Fincantieri di Castellammare non può essere svilito e denigrato. Le promesse di Di Maio che fine hanno fatto?
Abbiamo incontrato ieri le organizzazioni sindacali della RSU Fincantieri nel corso della conferenza dei capigruppo istituzionali. E abbiamo condiviso le loro preoccupazioni in merito alle sorti del cantiere di Castellammare, per il quale Fincantieri ha definito una mission produttiva che non si addice alla rilevanza dello stabilimento e alla qualità delle maestranze stabiesi e dell’indotto.
Abbiamo percorso insieme al sindaco Gaetano Cimmino tutte le strade istituzionali, a partire dalla convocazione di un consiglio comunale monotematico lo scorso 21 marzo alla presenza di svariati parlamentari e consiglieri regionali, passando attraverso un consiglio regionale che il 16 aprile ha consolidato il Patto per Fincantieri. Abbiamo assistito il 25 maggio al varo, suggestivo e affascinante, della nave militare LHD Trieste insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sembrava l’inizio di un percorso da intraprendere insieme per il rilancio del cantiere, ma con sorpresa abbiamo appreso di recente che l’azienda ha deciso di ritirare anzitempo l’ammiraglia della Marina Militare da Castellammare, sottraendo carichi di lavoro agli operai del cantiere e dell’indotto. E Fincantieri viene ora ad annunciare che lo stabilimento stabiese è di “supporto” per la costruzione di navi militari e traghetti. Tutto questo è inaccettabile.
Lo abbiamo ribadito alla RSU: noi continueremo a sostenere la causa dei lavoratori, che meritano ben altro rispetto. Lo abbiamo ribadito nonostante l’assenza, in conferenza capigruppo, del Movimento 5 Stelle, la forza politica di Governo da cui ci saremmo attesi una presa di posizione per ricordare a Di Maio la promessa che a maggio ha sbandierato ai quattro venti violando persino il silenzio elettorale. E invece il Movimento 5 Stelle ha preferito nascondersi pur di non commentare l’ennesima bugia del loro leader, ormai collezionista di poltrone.
Questo è il momento di unire le forze e di batterci insieme per la tutela del nostro cantiere. Noi siamo pronti a far sentire la nostra voce, affiancando la RSU e i lavoratori in questo percorso. Pretendiamo investimenti importanti per il nostro cantiere, che deve tornare a costruire navi intere e non può essere ridotto ad un’officina. Siamo disposti a fare anche le barricate perché Fincantieri è la nostra storia e non accettiamo di essere presi in giro.
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