(Red) – Un consigliere di opposizione, Tonino Scala di Leu, che scrive al Sindaco della città alla ricerca di chiarimenti relativi ad una tortuosa vicenda che parte da molto lontano. Ma in relazione a quali attività amministrative chiede chiarimenti il giovane consigliere di Leu che, considerando il suo fitto e corposo curriculum politico, non è certamente di primo pelo visto che ha ricoperto importanti ruoli politici da almeno 25 anni circa? Il contenuto della missiva, protocollata il 03 dicembre u.s,, inizia con una premessa che ricomprende un poco tutte le problematiche che, a suo avviso, continuerebbero ad assillare la città salvo poi, come era del resto prevedibile, affondare la lama su di una vicenda che ha visto impegnate amministrazioni precedenti, Commissario Prefettizio, Commissario ad acta, ex dirigenti all’urbanistica e che, solo per esigenze di tipo strumentalmente politiche, oggi si rimette in gioco questa storia motivandola con l’esigenza di un avviare un confronto in assise comunale quando, ad onor del vero, questa vicenda ricade esclusivamente in capo a competenze tecniche-amministrative che esulano dalla necessità di una qualsiasi deliberazione politica del consiglio comunale. Un pretesto, in breve, nel tentativo di coinvolgere la politica al fine di voler, evidentemente, strumentalizzare non solo sul piano politico ma, anche e soprattutto, sotto l’aspetto che attiene responsabilità amministrative e personali rispetto ad una vicenda dove si è comunque espresso un parere squisitamente tecnico di professionisti  della materia (vedasi determina del Commissario Prefettizio del 2016 e successivi adempimenti del Commissario ad Acta). Nasce spontanea, a questo punto, la domanda: Per quale motivo Leu, che al tempo era rappresentata in consiglio comunale da un personaggio di alto profilo politico ed amministrativo, nel corso della sindacatura Pannullo non ha mai sollevato questo importante tema in aula consiliare consentendo che tutto fosse avvolto in un “assordante silenzio”? E per quale ragione, dopo che tanti dirigenti del settore urbanistico hanno eluso qualsiasi decisione nel merito, questo partito oggi chiede chiarimenti all’unico dirigente all’urbanistica che, dopo ben tre anni e più di oblio, ha cristallizzato la vicenda in maniera chiara e comprensibile? Sappiamo bene che queste nostre domande non troveranno alcun riscontro, ma era nostro dovere sottolineare questi aspetti solo nel tentativo di conoscere la verità di quanto accaduto. Come del resto, e non poteva essere diversamente interpretato, il passaggio su Marina di Stabia che, più che apparire un contributo politico mirato ad arricchire il dibattito, dà la netta sensazione di un “ruvido messaggio politico” che, il vero capo di Leu in città, intende lanciare all’indirizzo del governatore De Luca al fine di sottolineare la necessità di riconoscere la propria “pesante ed ingombrante” presenza sul territorio stabiese e che, paradossalmente, nonostante la proposta di variante per la realizzazione delle opere a terra, inoltrata oggi da Marina di Stabia, sembrerebbe aver tagliato di circa 90.000 mc l’impatto ambientale con il territorio, un effetto che nel 2007 era previsto per circa 290.000 mc da realizzare nel progetto approvato, per cui neanche questo importante aspetto apparirebbe soddisfare le esigenze politiche di questo partito oggi diventato così esigente. A questo punto non si è fatta attendere la risposta del Sindaco Cimmino che, una volta appreso il contenuto della missiva, ha immediatamente controbattuto: ”Premesso che l’intera vicenda “ex Cirio” rientra nelle attività di gestione che competono esclusivamente alla dirigenza del Settore Urbanistica, la mozione è stata presentata in consiglio comunale a fine luglio, non ci siamo mai sottratti alla discussione ed anzi l’ordine del giorno è stato pienamente condiviso. L’odg è stato prontamente inviato per competenza al dirigente del Settore che ha poi effettuato la sua ricognizione.  
Circa la tempistica, parliamo di una mozione discussa a luglio 2019 che, come già accennato, ho prontamente girato al dirigente il quale ha poi fornito la relazione che fa un quadro chiaro sulla procedura messa in campo da parte del commissario ad acta e prefettizio, evidenziando il mancato adempimento dei consequenziali atti al provvedimento dirigenziale di assentibilità del titolo da parte delle precedenti gestioni amministrative. Non risulta infatti alcuna notifica agli interessati del titolo autorizzato per l’avvio delle attività, termine dal quale decorrevano i termini ai sensi dell’art. 15 del Dpr 380.  
Le risultanze si riassumono – prosegue il Sindaco – nel “ritenere necessario procedere con un atto di diffida” nei confronti dei richiedenti, assegnando un congruo termine per l’adempimento del versamento degli oneri ed altre prescrizioni di ordine tecnico in trenta giorni per l’osservanza alle prescrizioni richiamato nella determina di accoglimento del permesso di costruire (determina commissariale n. 15593 del 2016).
Non ci siamo mai sottratti e mai lo faremo a discussioni su tematiche importanti per lo sviluppo urbanistico della città. Per quanto esposto dal dirigente del settore, non può essere applicato l’effetto decadenziale in quanto la definitiva attivazione è stata subordinata al pagamento degli oneri concessori destinati ad esplicare la sua efficacia: il citato adempimento non è stato mai richiesto. In sintesi con la citata determina commissariale, il commissario ad acta ha proceduto a ritenere meritevole di accoglimento il permesso di costruire rimandando successivamente al dirigente del Settore gli adempimenti necessari per l’espletamento dell’efficacia dello stesso.
Con la mia amministrazione – conclude Cimmino – non mancherà mai un confronto, anche aspro, in consiglio comunale, anche su temi sui quali è da almeno un decennio che non si parla in assise”.

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