(Red) – Era nell’aria che si respirava ormai, da troppo tempo, uno strappo “annunciato” nella Lega stabiese, una delle poche città a sud della capitale dove alle amministrative del 2018, il partito di Salvini, era riuscito ad eleggere un proprio consigliere comunale sotto l’effige di Alberto da Giussano. Infatti, a questa inaspettata affermazione nella ex Stalingrado del Sud, molti esponenti politici locali, ormai fuori dai partiti organizzati, hanno iniziato a guardare con rinnovato interesse questo partito nella speranza di poter rientrare nei giochi politici in una città che, alle ultime amministrative, li aveva estromessi dal sistema attraverso la libera espressione del voto degli elettori stabiesi. Dopo almeno tre anni di assiduo impegno sul territorio, Giovanni Tito ed un nutrito gruppo di leghisti della prima ora hanno annunciato, attraverso un post su facebook, di lasciare il partito di Salvini, ma questa scelta è giunta puntuale non appena Bossi, fondatore e padre spirituale del partito, ha “vomitato” il suo becero pensiero politico sull’atteggiamento e le motivazioni che dovrebbero caratterizzare la linea politica leghista rispetto alle annose problematiche del mezzogiorno. Al post di Tito apparso sui social, che ha riscosso un notevole successo, hanno prontamente controbattuto sia il reggente provinciale, Catapane, che quello del collegio stabiese-sorrentino, Longobardi, che invece di sedare il malcontento usando la diplomazia hanno pensato bene, nel tentativo di sminuire ruolo e lavoro svolto sul territorio, di attaccare violentemente Tito nella manovra becera e miserabile di ridicolizzarne addirittura la figura dell’ex reggente sul piano personale. Tito, come è giusto che sia, ha deciso di non stare al gioco ed ha prontamente respinto al mittente, con i dovuti interessi, le inqualificabili accuse diramate attraverso il comunicato stampa elaborato dai novelli “gerarchi leghisti” del napoletano assertori, nonché convinti sostenitori, della pratica “epurativa” mirata alla tutela della “razza pura” nella moderna concezione leghista. E chest’è!!!
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