(Red) – Un patrimonio immobiliare, e mobiliare, lasciato alla mercé di avvoltoi di tutte le specie che dal 2013 si aggirano inesorabilmente nella struttura del Solaro ed, in particolare, all’interno dei circa 150mila metri quadri che costituirono, negli anni che furono, il fulcro del Termalismo del Centro-Sud Italia. Proprio così, anche se non sembra vero, un centrosinistra cinico e calcolatore che pur di privilegiare gli interessi imprenditoriali di amici e parenti è riuscito a distruggere un brand che rappresentava un esempio da imitare e da perseguire. La “governance” dell’epoca, invece di tutelare e preservare queste strutture, nonostante le reiterate denunce inoltrate dalle maestranze, le ha lasciate in balia di bande bulgare ed indigene che hanno trasformato il Solaro nella squallida “Beirut” stabiese che oggi, a cura di improvvisati “avvoltoi” di una pseudo-informazione maniacale, mette a rischio i residui mobiliari, costituiti da macchinari e documenti della ex Terme di Stabia, sopravvissuti ai pesanti e reiterati raid furtivi consumati  periodicamente in questi circa sei anni. Quante violazioni della proprietà privata si sono verificate in questo tempo? Quante di queste violazioni sono state addirittura documentate con video realizzati che, per l’immane incoscienza ed ignoranza degli autori, rischiano di costituire semplicemente una soffiata per malintenzionati e delinquenti che, evidentemente inconsapevoli del valore di quanto rimasto ancora indenne, potrebbero aver ricevuto una sorta di “dritta” in relazione al materiale che ancora potrebbe essere asportato da quei maledetti locali, rimasti, a tutt’oggi ancora privi di qualsivoglia controllo? Ma uno straccio di denuncia quando si provvederà a presentarlo all’autorità giudiziaria visto che i video pubblicati danno anche l’opportunità di poterne denunciare gli autori, considerato che compaiono nelle immagini in una sorta di autodenuncia? A chi aspetta il liquidatore, considerato che ha due dipendenti in servizio, ad organizzare il recupero dei documenti rimasti in giro e dei macchinari ancora in buono stato ed utilizzabili prima che vengano asportati da malintenzionati? E di tanto ha reso edotta la proprietà? A chi giova questo clima, anche in relazione alla “esumazione” del fantomatico piano “Invitalia” che, secondo qualche politico in odore di “candidatura” sarebbe stato occultato prima dall’amministrazione Cuomo e, a seguire, da quella di Pannullo? In un infuocato clima di campagna elettorale per le Regionali, questo sarà il tema dominante nella Città delle acque, ma il pericolo reale è quello che in tanti rischiano di annegare in questo pericoloso pantano che, in questi ultimi giorni, si sta determinando nella nostra città. Ah, saperlo!!!

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