(Red) – Il lockdown istituito in Italia, con il DPCM del 9 marzo dal governo Conte, potrebbe aver portato dei benefici sicuramente indiscutibili ai fini del contenimento del contagio da Covid19, ma indubbiamente gli effetti di questa conseguenza “ai domiciliari” per circa 50 milioni di italiani comporta delle ricadute, dal punto di vista dell’equilibrio psicologico, molto diffuse sull’intero territorio nazionale. Sarà colpa della paura di poter rimanere contagiati da qualche familiare “asintomatico” che, senza saperlo potrebbe diventare l’involontario veicolo all’interno del posto più sicuro per antonomasia, potrebbe poi trattarsi della consapevolezza che in questa regione(Campania) siamo impreparati ad affrontare questo subdolo nemico, invisibile e letale, per gli effetti di una politica sanitaria che sul territorio ha fatto terra bruciata, creando solo dei feudi elettorali a scapito dei cittadini sul territorio, con un Presidente che per circa 5 lunghi anni ha governato da “Commissario” questo importante e “strategico” settore senza averne, probabilmente titoli e capacità, ed oggi molti campani si ritrovano frustrati da una strategia “Deluchiana” mirante verosimilmente a mantenere basso il numero dei tamponi che, ad oggi realizza solo con tre squadre del 118. Infatti, in questa giornata sembra risultare che, dall’inizio dell’allarme sanitario, siano stati praticati appena circa 10.000 tamponi con esiti che, molto spesso, sfiorano i dieci giorni per essere resi noti, utilizzando appena 9 laboratori in Campania per analizzare questi prelievi. Tutto ciò dal 21 febbraio scorso, giorno in cui è scattato l’allarme Covid, con inverosimili messaggi lanciati in rete, sul filone di “Tutte chiacchiere e distintivo”, e con il preciso disegno di prendere tempo solo nel tentativo di predisporre i posti letto necessari per poter far fronte a questa inimmaginabile pandemia all’interno dei nosocomi. Ed in tutto ciò che cosa accade? In tempi di Coronavirus, accade che un giovane presidente, nominato da De Luca a a capo del Parco Regionale dei Monti Lattari, si lasci andare in maniera indecorosa a comparare, attraverso un inqualificabile post sui social, il numero dei followers (seguaci) che seguono il Santo Padre e quelli che seguono il governatore campano. Il commento postato, a margine di una foto che evidenziava il rispettivo numero dei seguaci, risulta anche accompagnato da “Emoji” di dubbio gusto, così come appare in maniera inequivocabile nella foto postata. Scriveva ieri Dello Jojo: “Il nostro Presidente De Luca con 95,5 Mila “followers” batte anche Papa Francesco con 42,9 Mila!!!” Mischiare il sacro con il profano è da ebete, e questo non giustifica comunque l’“inopportunità” di questo becero scritto. Tanto accadeva alle 13,15 di ieri, e il nostro auspicio è quello di pensare che, il giovane e Triste presidente, avesse già pranzato e che tale convinzione sia maturata in seguito a qualche bevanda alcoolica consumata durante i pasti. Al contrario invece, non vorremmo che il “Tristano montanaro” sia rimasto afflitto dal “contagio” da tifo che, spesso, la riconoscenza trasmette anche attraverso comportamenti inspiegabili ed inadeguati ed in particolare per chi riveste un ruolo di rilievo istituzionale. O no? Ah, saperlo!!!
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