(Carlo Carrillo) – Giovanni Tommasino, brillante medico di base di 61 anni, marito esemplare e padre meraviglioso, è al momento solo l’ultimo di un lungo elenco di colleghi medici caduti in servizio, e per causa di servizio, solo per amore della sua professione. Tanto in conseguenza di quel giuramento di Ippocrate prestato, molti anni orsono, e mirante alla considerazione della dignità del malato nel rispetto della sua vita, della diligenza nell’esercizio della professione, dei doveri inseriti in quel Codice che ogni medico è tenuto a rispettare. E proprio l’incommensurabile amore per la professione lo ha “tradito” attraverso un contagio contratto, per una “visita a rischio”, alla quale non si è sottratto in nome della sua smisurata umanità e di quel giuramento prestato. Infatti, dal giorno 11 marzo ha iniziato, attraverso la misurazione della temperatura, a rilevare la febbre e, non appena realizza che potrebbe trattarsi delle conseguenze di quella prestazione, si attiva richiedendo di essere sottoposto a test Covid presso il Dipartimento di Prevenzione. Intorno al giorno 21 marzo, allertato il 118, che di conseguenza effettua il soccorso e, durante il trasporto verso l’ospedale San Leonardo, accade evidentemente qualcosa, e dopo avergli sistemato la mascherina con l’ossigeno lo riportano a casa. Nel pomeriggio, dello stesso giorno, viene ricoverato in ospedale a Sorrento e sistemato in terapia intensiva, dove risulterebbe non trattato con farmaci antivirale Covid, in quanto il presidio sorrentino risulta non inquadrato quale Covid Hospital. Nei primi giorni della settimana successiva, il dottore Tommasino, viene trasferito presso l’ospedale di Scafati solo perché a Boscotrecase, Covid Hospital per il nostro territorio, non c’era disponibilità di un posto letto. Questa mattina, alle 7,30 circa, si è spento a causa di complicazioni polmonari e cardiache. Cosa dire, se per un medico di trincea, come lo era Giovanni, il tampone orofaringeo per il test diagnostico Covid-19 arriva solo ad una settimana dalla richiesta e, cosa ancora più grave, l’esito dopo ben 5 giorni, e ancora parliamo del periodo in cui venivano effettuati mediamente 600 tamponi giornalieri in tutta la regione Campania processati solo da, appena, 9 laboratori ubicati sull’intero territorio regionale, cosa bisogna pensare? Oggi per me è il giorno del grande dolore, ma nonostante ciò, ho voluto comunque raccontare quanto di mia conoscenza solo nel rispetto di chi ha, da sempre, agito in totale onestà e trasparenza anche durante il suo percorso amministrativo, una testimonianza di cattolico impegnato in politica alla quale decise poi di porre fine intorno alla metà, inoltrata, degli anni 2000.
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