(Red) – Per gli effetti di un’antica e storica tradizione una volta gli sfratti, nella città di Napoli, si effettuavano nella giornata del 4 di maggio. Infatti, tutte le famiglie napoletane, da quelle nobili a quelle meno abbienti, per gli effetti di una consolidata tradizione che individuava quel giorno come un momento di gran confusione, rimbombante ed anche molto polveroso, visto che questa operazione veniva effettuata con carrette trainate da cavalli, buoi e/o asinelli. Insomma una consuetudine che, istituita ai tempi della dominazione spagnola, oggi non trova più riscontri in quell’antico modo di dire che, in seguito a questa consuetudine, per abitudine nacque questa espressione augurale “fa’ ‘nu quatte ‘e maggio”, quasi a voler augurare all’interlocutore di turno il disagio di dover effettuare un nuovo trasloco. Oggi, al tempo del Coronavirus invece, in giro si percepisce nell’aria la voglia di voler vedere quanto prima l’alba di questo giorno per potersi scatenare, dopo circa 50 giorni di “arresti domiciliari”, e potersi riversare nelle strade, per fortuna non polverose e malmesse come quelle degli anni 600’, al fine di poter fare una agognata e desiderata passeggiata in Villa Comunale che, per gli stabiesi, rappresenta in questo tempo il massimo dei desideri da poter soddisfare. E mentre la fatidica “Mezzanotte” del 4 maggio sta per scoccare, immaginiamo già i frenetici preparativi che, all’interno delle circa 25.000 famiglie stabiesi, si predispongono per gustare la fittizia riconquista di questa nuova “libertà”. Evidentemente ancora non è chiaro che IL COVID-19 non è stato sconfitto, e che questa fase, erroneamente denominata fase 2 (altro non risulta essere che una “Fase 1 BIS”) considerato che alla quinta autocertificazione varata risultano aggiunti, rispetto alla precedente, solo le visite alla zia e alla nonna e che, nonostante tutto quanto ci comunicano attraverso le chilometriche disposizioni, bisogna comunque compilare l’autocertificazione avendo cura di specificare in maniera completa i motivi della nostra uscita ed il percorso che abbiamo intenzione di compiere. Il problema VIRUS, così come ci ha ben spiegato il nostro benemerito ed illustre concittadino, prof. Franco FAELLA, non è stato superato nè tantomeno sconfitto, ed in assenza di un serio piano sanitario di “Prevenzione Epidemiologica” sul territorio, il rischio è molto più alto di ieri, in quanto basta abbassare la guardia ed agire in regime di superficialità, non rispettando il distanziamento sociale né i dispositivi di protezione individuale(nel nostro caso mascherine e guanti), che rischiamo di ritrovarci al centro di evento pandemico molto difficile da affrontare, ed in particolare sul popoloso territorio stabiese privo, tra l’altro, di figure professionali di caratura all’interno della Direzione Strategica ASL Na3sud nonchè di adeguate strutture sanitarie all’altezza. #PrevenireXcombattere significa rispettare se stessi e gli altri in quanto, dall’avvento del covid-19, non sarà più niente come prima, almeno fino a quando non troveranno la soluzione definitiva attraverso il vaccino. Questa pandemia è “UNA BRUTTA BESTIA”, impariamo a combatterla con maturità e discernimento, ci conviene cari stabiesi.
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