(Red) – Colpo di scena senza precedenti, nel comune stabiese, infatti a quanto sembra esisterebbero anche le opposizioni in questo Consiglio Comunale. Ovvero, se non fosse accaduto di leggere per caso un documento, sottoscritto da ben 5 consiglieri, non ci sarebbe mai capitato di poter testimoniare la loro presenza in questo contesto politico. Ma il fatto bizzarro non sta nello schierarsi all’opposizione del provvedimento che, a quanto pare, si appresterebbe ad istituire l’imposta di soggiorno che, a voler bene approfondire, non è un reato né tantomeno una punizione da irrogare ai danni degli imprenditori ed operatori turistici del territorio stabiese, ma la normale istituzione di un imposta che rappresenta altresì uno strumento finalizzato a finanziare ed a migliorare l’offerta turistica cittadina: e quindi di sostegno alle strutture private, mirata alla manutenzione delle strutture pubbliche, all’utilizzo e recupero dei beni culturali ed ambientali, al miglioramento dei servizi pubblici locali ed alla creazione di un Info-point. Già nel 2017, durante la “sindacatura” Pannullo, l’amministrazione tentò, in maniera convinta, di istituire questa imposta ma, secondo i nostri labili ricordi ormai smarriti nel tempo, prese un “dito negli occhi” a causa della forte e decisa opposizione di alcuni albergatori, capeggiati all’epoca da tal Pietro Irollo da Varano. Dopo un lungo ed articolato braccio di ferro, condito anche da battute al vetriolo, l’amministrazione Pannullo-Di Martino si vide costretta a fare marcia indietro pur di soddisfare le “congreghe” elettorali del centrosinistra stabiese, considerato che proprio il D.L. n°50 del 24 aprile 2017, convertito con Legge 21 giugno 2017 n°95, consentiva agli Enti Locali, proprio a decorrere dall’anno 2017, la facoltà di applicare l’imposta di Soggiorno o di eventualmente rimodularla. Evidentemente, in questi ultimi quindici giorni, sono tornati alla carica i “Poteri forti” del settore al punto che, le inconsistenti opposizioni politiche stabiesi, hanno inteso esprimere la loro netta e strumentale posizione avversa attraverso il seguente documento: “Oggi incredibilmente la maggioranza consiliare di Cimmino, ha scelto di decidere da sola e procedere con l’introduzione della tassa di soggiorno nella nostra città. Con la crisi del turismo, causata dalla pandemia, questa scelta rischia di mettere in ginocchio le aziende dell’accoglienza stabiesi. È una decisione inconcepibile. Avevamo proposto di procedere con la redazione di un regolamento, concordato con Ascom, assoalbergatori, Federalberghi e Astar, attraverso un confronto di costruzione. Per poi introdurre la tassa, nel momento in cui la crisi fosse passata definitivamente. Non si capisce il motivo, ma ieri c’è stata una accelerazione in commissione bilancio, decidendo di comunicare alle associazioni di categoria, la volontà della amministrazione di andare avanti da sola, approvando il regolamento varato dalla giunta. Voteremo contro questa decisione, sia in commissione che in aula. Perché si tratta di una scelta che danneggia le imprese alberghiere e la città, in questa fase difficile. Per quanto riguarda l’associazione di categoria, Federalberghi, interpellata dalla nostra redazione, Francesco Donnarumma ha così chiosato: << Per quanto mi riguarda sono perfettamente d’accordo con l’istituzione dell’Imposta di Soggiorno che, a mio avviso, rappresenta una “Imposta di scopo” ed, avendo anche ascoltato il pronunciamento del Sindaco che, nel caso di specie, ha reso noto la precisa volontà di applicarla intorno alla fine dell’anno 2020, ritengo che le polemiche innescate risultino artificiose in quanto con la grave crisi che, in questo particolare momento, attraversa il settore per motivi legati alle conseguenze epidemiche è lapalissiano che “nessun cliente equivale a nessuna tassa”>>. E chest’è!!!
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