(Red) – Una gara a chi, tra qualche tempo, potrà ben dire “noi lo avevamo scritto”. Questo è il gioco che nel dopo-Covid appassiona i protagonisti dell’informazione stabiese che lavorano di fantasia in sinergia con l’apporto, e la partecipazione straordinaria, di un nutrito gruppo di improvvisati “politologi” della locale società civile. Del resto, a quel che sembra, tutti i paventati scenari apparirebbero perseguibili e finanche credibili, preso atto che l’unica certezza, in questo preciso momento storico della politica stabiese, è rappresentata dalla coesione e compattezza di una maggioranza che non trova simili riscontri da almeno tre lustri. Del resto basta riflettere sulla longevità di questa giunta che, senza ombra di dubbio, è durata più delle amministrazioni a guida Piddina delle ultime due consiliature. Oggi è evidente l’esistenza di una “gola profonda” poco soddisfatta, per quel che attiene la propria visibilità personale, in questa coalizione di centrodestra, così come appare mirato l’esercizio del “tiro al piccione” praticato dai soliti malpancisti di professione, mentre poco o niente affascina l’idea di confrontarsi responsabilmente sui progetti che, volente o nolente, determineranno un profondo cambiamento per Castellammare. Governare oggi una città lasciata dai predecessori senza progetti, in una situazione economica disastrata e con una macchina amministrativa comunale ai limiti del collasso con l’esodo del 50% circa del personale in organico al 2018, è veramente arduo; un’impresa stoica poi se pensiamo al difficile momento che l’intero paese sta affrontando per i naturali strascichi economici e sociali dovuti alle conseguenze pandemiche. Ma tutto ciò poco interessa a questa “intellettualità” targata radical-chic, l’importante è disegnare scenari al limite dell’inverosimile pur di poter affermare che, l’eventuale ipotesi formulata, risultava essere stata già ampiamente trattata e preventivata.
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