(Red) – Dopo aver letto le dichiarazioni dei tre volenterosi consiglieri comunali delle opposizioni stabiesi, la nostra redazione ha provato a capire, così come è necessario che faccia ogni buon cittadino, le motivazioni che hanno spinto Iovino, Scala e Nappi ad esprimersi, con dichiarazioni polemiche, sulla questione della nomina degli scrutatori che dovranno far parte dei costituendi 65 seggi elettorali, come ad ogni tornata elettorale, sull’intero territorio stabiese. Per questo motivo abbiamo fatto una rapida ricerca per capire come, e da chi, erano costituite le commissioni elettorali comunali negli scorsi anni, e quale fosse il criterio di scelta degli scrutatori. Alla fine del mandato del sindaco-sceriffo, Luigi Bobbio, la commissione elettorale risultava costituita da Antonio Federico, Domenico Cuomo, Ciro Cascone, ma per quelle comunali del 2013, tutte le forze politiche, con i relativi candidati sindaco, decisero di optare per estrazione dall’urna di tutti i nomi degli scrutatori, e fu così che attraverso il sorteggio furono nominati in quella particolare occasione. In quella consiliatura, dove risultò eletto Nicola Cuomo, lo stesso sindaco che da candidato aveva propugnato la proposta del sorteggio scelse, per evidenti esigenze politiche, di ritornare ad applicare la normativa che prevede la competenza della commissione elettorale a nominare il 50% degli scrutatori, mentre l’altro 50% di affidarlo alla pratica del sorteggio. Infatti, nel corso di quella stessa consiliatura furono eletti(dal consiglio comunale) in commissione elettorale i consiglieri: Alfano Antonio, Eduardo Melisse e Marica Sabatino. E fu questa commissione elettorale, che alla comunali del 2016, fece “bottino pieno” sulla nomina degli scrutatori, constatato che risultavano tutti schierati con Pannullo candidato del centrosinistra. Ma a quel tempo Tonino Scala non si occupava di politica, o forse si, e guardacaso non riuscì a trovare nemmeno il tempo di contestare quei miserabili “accordicchi”, tutti sinistrorsi, che consentirono al centrosinistra stabiese di praticare il gioco della “ ‘A volpe e 1” tutto in un solo boccone. Mentre il “Dominus” di Pannullo, oggi unico e raro consigliere del PD in consiglio comunale, riusciva a chiudere entrambi gli occhi riuscendo a realizzare la difficile impresa di ignorare perfino la caciara, che in quel tempo, si sollevò sulla questione. Nell’anno 2018, sempre con commissario prefettizio, la commissione era composta dai consiglieri: Gaetano Cimmino, Rosario Cuomo e Giovanni Nastelli, motivo per cui quasi inesistenti risultarono le polemiche visto che, il partito dello stesso capogruppo PD, risultava allineato e coperto, e pronto a compartecipare felice all’applicazione della normativa nazionale, oggi tanto contestata. Ad agosto 2018, il consiglio comunale votò, quali membri della commissione elettorale, i consiglieri: Barbara Di Maio, Nicola De Filippo e Tina Donnarumma(in quota opposizioni). Nella giornata di ieri, evidentemente dopo essersi svegliati di soprassalto, i “Tre Samurai” delle opposizioni hanno cominciato a menar il can per l’aia, il motivo? Semplice, dopo aver accusato la consigliera Donnarumma di essere passata con la Lega, ritengono in conseguenza di non sentirsi più garantiti dalla sua presenza in commissione, ed è per questo motivo che la “garanzia” la pretendono dal sorteggio(dalla sorte) che oggi, a “loro avviso”, dovrebbe essere praticato per la scelta di tutti gli scrutatori dei seggi. La memoria corta gioca evidentemente brutti scherzi, e questi consiglieri comunali, anche se molto giovani, danno l’impressione di soffrire di gravi amnesie rispetto al modo in cui si sono comportati in un passato molto recente evidenziando, inoltre, anche manifeste fratture nell’ambito dello stesso cartello delle opposizioni, considerato che almeno altri due gruppi politici non hanno proferito neanche una parola sulla fumosa e strumentale polemica sollevata ad arte. “Il sorteggio si predica e si pratica”, in quanto se al tempo in cui risultavano “padroni incontrastati della ferriera” avessero scelto la strada del sorteggio oggi, a giusta ragione, avrebbero potuto rivendicarlo in forza di un “esempio” positivo testimoniato da un comportamento conseguenziale serio sul quale poter fondare la “paternale” anche al fine di impartire lezioni in questa direzione. E sulla scorta di un vecchio adagio, a questo punto, non ci si può esimere dall’affermare che, questi consiglieri appartengono a quella categoria di persone che sono solite consigliare al prossimo: “Fa chello che te dico io e nun fa chello ca faccio io”. E chest’è!
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