(Red) – Una storia che ha veramente dell’incredibile, anzi paradossale, ed è quella che ha vissuto il partito del Cavaliere in questa particolarissima campagna elettorale per le regionali in Campania che ha visto il governatore uscente, Vicienz detto “o traghett”, imbarcare sulla sua immensa arca tutto, ed anche il contrario di tutto, quanto possa esistere nell’arco costituzionale della politica campana. Intanto, l’affermazione di De Luca, in una spocchiosa intervista rilasciata a Mediaset, la dice molto lunga: “In Campania non ha vinto né la sinistra né la destra, ho vinto io”, motivo per cui sarebbe appena il caso di ricordare che “Se Atene piange, Sparta non ride”; preso atto della indemoniata corsa all’imbarco, dai tanto ex-invisi Mastelliani-De Mitiani-GiosyRomaniani e Cesaroniani solo per citarne alcuni, per staccare l’ultimo biglietto utile per imbarcare tra le accoglienti braccia del despota salernitano che, a nostro avviso, ha già detto in maniera inconfutabilmente chiara che “non ce n’è per nessuno”.
Ma quello che sicuramente assume una connotazione molto grave è quanto sarebbe accaduto nel gruppo dei consiglieri della coalizione di maggioranza, ossia tra quelli che sostengono il Sindaco Cimmino. Secondo alcune indiscrezioni, delle quali si parla molto in questi giorni, alcuni consiglieri della maggioranza, o loro parenti molto prossimi, avrebbero tradito sia il centrodestra, in generale, che Forza Italia in particolare, accentuando in questo modo le distanze tra gli azzurri e le altre forze della coalizione di centrodestra nella regione. Infatti, sempre secondo le voci di dentro, un fidatissimo consigliere dell’area forzista avrebbe, sottotraccia, svolto la campagna elettorale per il candidato Vastola di “Fare Democratico”, la lista che ha escluso Nino Di Maio, e guardacaso questo candidato avrebbe beneficiato di circa 60 preferenze in una zona che risulterebbe ubicata tra via Strada Napoli e l’Annunziatella.
Poi si è vociferato del marito di una consigliera comunale, inquadrata in un partito, che avrebbe lavorato per il candidato Bove militante nel partito di Renzi. Nelle ultime ore, gira insistente la voce che, anche il fratello di un potentissimo consigliere comunale, abbia scelto di sostenere, oltre che De Luca, un candidato della potente armata di “Don Vicienz ‘o traghett”. Queste scelte, legittime e legali senza ombra di dubbio, effettuate da elettori normali non scandalizzano nessuno, anzi, la libertà di scelta ed espressione del voto è sinonimo di democrazia compiuta, ma sempre che queste distinzioni vengano fatte alla luce del sole. Al contrario invece, se fatte sottotraccia, pensando di ingannare i propri compagni di cordata della coalizione, assumono una connotazione diversa, e considerato che siamo arrivati al giro di boa amministrativo, forse qualcuno sta già predisponendosi per il “salto della quaglia” che, in queste ultime ore, contribuisce ad illudere più di qualcuno che, nonostante l’insignificante presenza tra i banchi di palazzo Farnese, sognerebbe addirittura di sferrare una “spallata” che, oltre alle spallucce, rischia di ingenerare solo qualche sorrisetto ironico dello scafato Cimmino.
Il risultato di questo “infedele” comportamento di alcuni consiglieri della maggioranza di centrodestra ha determinato, per chi ancora non avesse realizzato, solo un grave danno politico al partito del Cavaliere che, a seguito di questo comportamento sleale, ha perso l’opportunità di portare in consiglio regionale un altro consigliere forzista che, manco a dirlo, poteva rappresentare il territorio stabiese in perfetta sinergia con l’unico consigliere regionale eletto dagli azzurri nella circoscrizione napoletana. Una becera e squallida porcheria di periferia che, secondo un vecchio adagio, riproduce in maniera chiara che “chi se cocca cu’ ‘e criature se sose ‘nfuso a matina”. Ma Cimmino, per evitare questi disagi, non potrebbe metterli a dormire nella culla? Ah, saperlo!!!
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