2 ottobre 2020 – Dal sito ufficiale di ConfCommercio
L‘Ufficio Studi Confcommercio ha commentato i dati trimestrali dell’Istat sui conti delle Amministrazioni Pubbliche e il reddito e risparmio delle famiglie. “Pur segnalando una situazione senza precedenti nella storia recente, i dati erano largamente attesi e sono coerenti con il più generale crollo dell’attività economica. La caduta di reddito (-5,8% in un trimestre) è inferiore alla flessione del prodotto grazie alla distribuzione di sovvenzioni generate a debito”. “La scelta delle famiglie di risparmiare (18,6% la propensione al risparmio), come sottolineato anche a livello europeo nell’ultimo bollettino della BCE, è derivata soprattutto dall’impossibilità oggettiva di fare acquisti, soprattutto nel segmento dei servizi per il tempo libero. D’altra parte, il recente, sebbene parziale, recupero della fiducia è una conferma di un risparmio forzato più che precauzionale”.
“E’ importante in questo momento – prosegue l’Ufficio Studi -portare le famiglie a mettere in circolo parte di questo risparmio aggiuntivo per favorire il recupero di quanto perso nei mesi precedenti sul fronte dei consumi”.“Quanto al Pil – conclude l’Ufficio Studi – la revisione al ribasso delle valutazioni nel secondo quarto del 2020 non è una buona notizia. Dato lo strutturale deficit di crescita che caratterizza la nostra economia da almeno due decenni, due o tre decimi di punto in più o in meno non sono un evento trascurabile“.
I dati trimestrali dell’Istat per aprile, maggio e giugno 2020 certificano con la forza dei numeri l’impatto dell’emergenza coronavirus sulle famiglie italiane che vedono calare reddito, potere d’acquisto e consumi mentre contestualmente è aumentata anche la propensione al risparmio. Percentuali alla mano, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito del 5,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono diminuiti dell’11,5%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 18,6%, in aumento di 5,3 punti rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 5,6%.
Per quel che riguarda la pressione fiscale nel secondo trimestre di quest’anno è stata pari al 43,2%, in crescita di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E questo, sottolinea l’Istat, “nonostante la marcata riduzione delle entrate fiscali e contributive”.
Nel secondo trimestre 2020 l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al 10,3%. L’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è “sensibilmente aumentata rispetto al secondo trimestre del 2019 per la decisa riduzione delle entrate legata alla contrazione dell’attività economica e per il consistente aumento delle uscite su cui hanno inciso le misure di sostegno introdotte per contenere gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria ed economica”.
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