(Red) – E dopo la scivolata del “Liquidatore di Sint” che attraverso una dichiarazione rilasciata al quotidiano Il Mattino, definendo bellicosi i lavoratori ex-termali nel tentativo di scaricare sulle loro spalle la responsabilità di un aggressione giudiziaria ai beni immbili della Sint, la consigliera comunale del gruppo Cimmino Sindaco di Stabiae, Annamaria De Simone, interviene decisa sulla vicenda e, sottolineando che l’obiettivo degli ex-lavoratori non consiste nell’arricchirsi con l’acquisizione dei beni Sint, evidenzia con forza che l’unico vero obiettivo di questi sfortunati ex-lavoratori consiste nella restituzione di un valore fondamentale ed importante rappresentato dal LAVORO e dalla loro volontà di lavorare, al fine di riconquistare la propria DIGNITA’. Pertanto, alla luce di quanto in premessa, la De Simone ha comunicato: “Il pianificato disastro del centrosinistra è giunto a compimento. Il pignoramento dei beni immobiliari di Sint era nell’aria da tempo ed oggi si materializza all’esito di alcune scelte scellerate, che affondano le radici nel recente passato. Quando l’ex sindaco Nicola Cuomo, con la sua corte targata PD, ha decretato nel 2013 il fallimento delle Terme, l’amministratore unico di Sint Biagio Vanacore si prese carico della responsabilità di opporre il “gran rifiuto” alla riconsegna del compendio termale, da parte della Curatela fallimentare della fallita società Terme di Stabia, nell’agosto 2015. Un rifiuto che avviò il “sanguinoso contenzioso” con i lavoratori, che oggi, in attesa del pronunciamento della Cassazione, vede la Sint soccombente in Appello ed alla canna del gas”. Giova ricordare che la Sint – continua la De Simone – in quanto società partecipata dell’ente comunale, è soggetta al controllo analogo, accertamento che non è mai stato attuato, con evidenti responsabilità da parte di quel centrosinistra che in quegli anni bui ha amministrato la città. Queste deficienze hanno determinato il cruento bagno di sangue a cui oggi stiamo assistendo, fino all’ultimo scriteriato atto targato PD, la delibera n.88 approvata il 27 Novembre del 2017 in consiglio comunale che teneva in piedi la partecipata nel disperato tentativo di rientrare nei requisiti della riforma Madia”. E come un fiume in piena la consigliera, ex dipendente di Terme di Stabia, insiste: “Un’operazione che, di fatto, ha dato il via alla svendita del patrimonio immobiliare delle Terme, avviando quello che qualche “capobastone dem” oggi definisce il Black Friday dei beni di Sint, una svendita che, ironia della sorte, ebbe inizio con il suo voto favorevole proprio in una grigia e piovosa serata di quel nefasto lunedì.

In questo scenario, intanto, è subentrato nell’agosto 2018 il commissario liquidatore Vincenzo Sica, che ha cercato di ricomporre i cocci di una struttura ormai ridotta in mille pezzi dal centrosinistra stabiese. Un lavoro certosino, che tuttavia necessita di alcune riflessioni. L’avvocato di Sint ha chiesto la sospensiva della sentenza della Corte d’Appello in attesa del pronunciamento della Cassazione? Ma la proposta del concordato in bianco, inoltrata al Tribunale di Torre Annunziata, è stata forse concordata con il collegio sindacale di Sint? Due dubbi che, sono certa, Sica saprà prontamente sciogliere nei prossimi giorni, ma nelle more sarebbe preferibile che si aggiornasse sullo stato della liquidazione delle competenze dei lavoratori termali, visto che, a tutt’oggi, restano ancora creditori di ben diciassette mensilità mai percepite dalla ex-Terme di Stabia. E, sono certa, che questa Amministrazione vorrà valutare con molta attenzione la possibilità di ricorrere, come da mia proposta avanzata in seno al gruppo consiliare di Cimmino Sindaco di Stabiae, all’ applicazione dell’art. 19 del d.lgs 175/2016, statuente che il personale impiegato in una società in house è assimilabile ad una mera articolazione interna dell’amministrazione controllante, che individua in quest’ultimo quale titolare in esclusiva del controllo analogo, auspicando che nel caso di specie si possa prevedere che gli ex-termali, oggi dipendenti Sint per sentenza, vengano riassorbiti dall’ente e che eventuali nuove assunzioni nell’Ente comunale siano possibili solo all’esito del loro completo riassorbimento. Operando in questa direzione sarà possibile tutelare questi lavoratori, bistrattati e offesi dal centrosinistra stabiese per troppi anni, integrando allo stesso tempo il personale dell’ente comunale, oggi sottodimensionato a causa delle conseguenze dei pensionamenti ai sensi della legge quota 100. E con loro, in un clima di rinnovata collaborazione, preservare in tal modo il patrimonio immobiliare del Solaro al fine di costruire il nuovo percorso di sviluppo del termalismo a Castellammare”. Una conclusione che, a nostro modesto avviso, è destinata ad accendere un intenso dibattito politico su di una questione che è stata gestita male, da un A.U. telecomandato da Cuomo e Giugliano, e che purtroppo oggi rischia di mettere in serio pericolo la possibilità di poter ripensare ad un rilancio, e sviluppo, di un’attività che un tempo ha reso famosa nel mondo la città di Castellammare .

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