(Carlo Carrillo)-E dopo gli incendi registrati il 17 luglio, nell’area camper della struttura termale, e quello del 10 agosto, a latere dell’area a ridosso dell’albergo, ecco che nella giornata di ieri si è registrato un nuovo rogo nell’area a valle del viale Nuove Terme. Ad alimentare le fiamme, oltre alla sconsiderata mano dell’uomo, ancora le sterpaglie secche che imperversano nell’area tutt’intorno alla struttura del solaro. Una volta queste aeree erano piene di fiori e di verde grazie alla sapiente opera dei giardinieri che, grazie alla loro altissima professionalità, contribuivano anche alla gestione e manutenzione del verde pubblico nella “ex città delle acque”. Questi improvvisi focolai, evidentemente, non nascono per caso, e sovviene il comprensibile dubbio che sia ancora in piena attività la torva opera dei “Lanzichenecchi” che, per un palese diversivo creato ad arte, intendono sicuramente completare l’opera di smantellamento di quel poco che ancora rimane nella struttura che accolsero le prestigiose Terme di Stabia, oggi chiuse ed abbandonate grazie solo alla “Sinistra” visione delle ultime due amministrazioni a guida Piddina. Ma se è stata istituita la “Vigilanza armata e non”(parole e musica del potente Supemanager Sint)non sarebbe appena il caso di domandarsi se quest’ultima non contempli anche la vigilanza dei terreni di proprietà della partecipata in House che circondano la struttura? Ma il “Tim Cook” paesano è entrato nell’ottica di capire che, l’amministratore unico”, è responsabile, casomai, anche dei danni derivanti da eventuali incendi causati da negligenza manutentiva? I meravigliosi giardinieri di Terme curavano il verde, e la sua manutenzione, non solo per “amore della natura” ma perché rientrava nelle loro peculiarità contrattuali, nel rispetto di quello che recitava il contratto di “fitto” in essere tra Sint e Terme di Stabia. E considerato che, il nostro caro Tim, non riesce a curare nemmeno una piantina, sia pur essa di basilico e/o di melenzane, e che con quello di ieri siamo arrivati ormai al terzo incendio nell’area, cosa dobbiamo aspettarci che accada ancora in questa struttura divenuta ormai ricettacolo di immondizia e luogo ormai conclamato di incontri particolari di secondo e terzo tipo? Manca solo che arrivi il classico gruppo di rom a stabilirsi con roulotte e baracche in nome della sbandierata necessità di dar luogo ad un accoglienza di facciata, di comodo e, forse, interessata. Ah saperlo!
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