(Red) – Un consigliere comunale stabiese, nel corso della notte tra il 26 ed il 27 agosto, si ritrova suo malgrado ad assistere, almeno da quanto si deduce da un confusionario e strumentale scritto postato sui social, alla consumazione di un “eventuale reato estorsivo” commesso da un fantomatico parcheggiatore abusivo ai danni di automobilisti che, secondo le foto prive di data e ora a corredo del post, avrebbero parcheggiato le loro autovetture in palese divieto di sosta in Piazza Giovanni XXIII. Una sorta di “denuncia” inoltrata in maniera anomala che, almeno per noi, è sembrata voler mettere in luce, più che il “presunto reato” che si stava consumando, la necessità per il fantomatico denunciante di voler assurgere, ad un fugace momento di gloria, attraverso i social media utilizzati per diffondere “il grande scoop giornalistico” rimediato nel corso di un’afosa notte di mezza estate. A margine del post in questione, dopo una demagogica e becera disamina, al pignolo consigliere parastellino è forse sfuggito il particolare più importante che, considerato il ruolo di rappresentante dei cittadini rivestito, a quel punto consisteva unicamente nell’effettuare una semplice telefonate alla Polizia e/o Carabinieri che, a loro volta, avrebbero potuto sorprendere il malintenzionato in flagranza, quindi proprio nel preciso momento in cui commetteva il “presunto reato”. Il nostro pezzo, che ha riportato la notizia in giornata di ieri, ha evidentemente colto nel segno, visto che il consigliere pentidiota si è talmente inferocito che, a margine di un post pubblicato da un profilo Fake, ha pensato bene di “abboffare” di insulti ed improperi chi, senza ombra di dubbio, si era semplicemente soffermato a fotografare una “denuncia” diffusa in maniera anomala e confusionaria, sottolineando che quelle foto sarebbero state pubblicate al solo scopo di poterne ottenere, in via esclusiva, benefici in termini di simpatia per sé e per la sua parte politica. A questo punto, senza perdersi d’animo, approfittando di un assist organizzato da un “profilo Fake”, il “cazzuto consigliere” ha dato luogo al meglio del proprio repertorio culturale e politico introducendo, in alcuni commenti, una serie di offese personali ed improperi che, miscelate all’ignoranza nel settore della comunicazione, è riuscito finanche a confondere una testata giornalistica con un blog, differenza che in un passato recente abbiamo anche tentato di spiegargli nell’inutile tentativo di colmare questa sua cronica lacuna. Ma il dato più significativo che emerge, in questa squallida e becera reazione di un uomo che, nelle sue aspirazioni avrebbe dovuto governare la città, volendo entrare nel merito di quanto raccontato nell’articolo incriminato, nelle sue “presunte risposte” di seguito riportate, sembra che sia riuscito ad infilare proprio di tutto, tutto tranne il sia pur minimo cenno relativo al contenuto del pezzo pubblicato. Ad ogni buon fine, la nostra redazione ha inteso ritornare sulla questione allo scopo di contribuire in via definitiva, augurandosi possa bastare, per spiegare meglio a questo consigliere comunale che il Suo linguaggio è, e resta in linea con la sua stessa persona, degno delle infime e fatiscenti bettole delle più malfamate periferie di paesi sottosviluppati. Inoltre, il tono e le “argomentazioni” (sic) utilizzati la dicono tutta sulla qualità umana e politica “dell’uomo”. Per esprimere un giudizio sereno su questa vicenda basterebbe solo leggere la sequela completa di quanto pubblicato, motivo per cui la nostra redazione scegliendo di non buttarla in caciara, né di consumare la sfida su questo terreno, prova a domandare: Ma se alla manifesta “Grande ignoranza” di un uomo, che riesce a confondere un Blog con una Testata Giornalistica, si aggiunge anche l’incapacità di stabilire la differenza tra un profilo social reale ed uno “Farlocco”, questo significa che, nella migliore delle ipotesi, la classe politica stabiese è veramente precipitata in un profondo cratere senza alcuna concreta speranza di poter rivedere finalmente la luce? Infine, non resta altro che attendere, pazientemente, una risposta seria e “civile”(ammesso sia nelle sue corde) che riesca a spiegare alla città, ed agli elettori, le motivazioni per le quali, il consigliere in epigrafe, abbia omesso di telefonare alle Forze dell’Ordine per denunciare il presunto reato che, a suo avviso, si stava consumando in quella calda ed afosa notte di Agosto in Piazza Giovanni XXIII.
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