(Red) – Una storia pensata, scritta ed interpretata,  esclusivamente ad uso e consumo della sfacciata “arroganza di un potere” che, nella Sanità del territorio, continua a governare in maniera filo-clientelare al solo fine di trasformare in consensi elettorali attività che non possono, sicuramente, rimanere con risposte inevase alle miriadi di interrogazioni prodotte da sindacato e politica. A seguito di una nota sindacale, prodotta a fine luglio u.s., il Direttore Sanitario, dott. Marziani, presentava una missiva attraverso la quale rassegnava le proprie dimissioni dall’incarico di Responsabile del Covid Hospital facendo riferimento, a motivazione della scelta intrapresa, ad alcune “Interferenze interne ed esterne nella gestione del P.O. di Boscotrecase con l’incompatibilità ambientale più volte manifestata dallo scrivente….”. Una motivazione, a dir poco, allarmante a queste latitudini, considerato che la “pressione ambientale” è sicuramente diversa da quella che potrebbe essere esercitata nella lontanissima e più civile Stoccolma. Una missiva che, a distanza di pochissimi giorni e presa alla lettera, ha trovato immediato riscontro in una missiva dagli stessi toni, e con identico spartito, inviata al Direttore Generale dal diretto collaboratore di Marziani. Nessun riscontro, a tutt’oggi, è dato sapere in relazione all’esito degli atti che, a quanto si vocifera, sarebbero stati acquisiti dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata per le indagini sul caso, preso atto di alcune inquietanti presenze che, a quanto pare, si sarebbero registrate nell’ambito para-sindacale della struttura sanitaria in questione. Una gestione della Sanità alla deriva e senza controllo, priva di competenze necessarie che, alla luce delle dimissioni di Marziani e del suo diretto collaboratore, assiste impotente alla fuga delle professionalità verso lidi più tranquilli e sereni, ma per niente corrispondenti al profilo di appartenenza ed agli emolumenti percepiti. Gli effetti di questa gestione hanno determinato uno scollamento, oltre al naturale crollo motivazionale, finanche del personale sanitario che, sulla scorta di quanto accaduto al P.O. del San Leonardo, riesce addirittura a “sopportare” l’esibizione artistica di un noto cantante neo-melodico in un reparto, delicato e particolare, come quello della maternità stabiese. E pensare che se la stessa esibizione fosse avvenuta in qualsiasi strada della città, per una romantica serenata a margine di un condominio, sarebbero sicuramente stati in tanti i benpensanti pronti, attraverso una rumorosa e sdegnata levata di scudi, a scandalizzarsi ed a puntare il dito invocando l’intervento di una “Commissione di Accesso” al comune per presunte “infiltrazioni camorristiche”. Una triste quanto cruda realtà con la quale è costretta a misurarsi un bacino di circa 600mila abitanti che, tra il disinteresse generale, vede solo alcune sigle sindacali svolgere il proprio ruolo istituzionale nell’attesa di potersi confrontare, e discutere, su problematiche che attengono la salute dei cittadini del territorio. A tal proposito è giunta sul tavolo del Direttore di Medicina generale del San Leonardo una missiva sindacale della UIL che, rinnovando la richiesta di un pregresso incontro, chiede di poter discutere con urgenza delle problematiche “viste le continue e irrisolte incongruenze presenti all’interno del vs U.O. Presidiale”. Ma questa richiesta, a nostro modesto avviso che siamo all”oscuro delle dinamiche aziendali ospedaliere, sembrerebbe essere stata inviata (per sbaglio o incompetenza?) ad un interlocutore sbagliato, in quanto il Direttore di Medicina Generale non sembra sia competente a condurre trattative ma solo a coordinare l’assistenza ai pazienti. Alla luce di quanto innanzi, nel voler riconoscere quanto meno la buona volontà di questa sigla sindacale, riteniamo doveroso rappresentare alla stessa che, al fine di poter discutere delle problematiche irrisolte, sarebbe appena in caso di inviare la richiesta al dirigente della “Macrostruttura”, e precisamente al Direttore Sanitario facente funzione. Tanto solo per amore della verità. Sperando che, questa volta, sia quella buona, attendiamo l’esito dell’incontro nella tenue speranza di poter dare buone nuove. E chest’è!!!

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