(Red) – Una maggioranza che sembrava granitica, almeno fino al voto sul bilancio, che appariva tonica ed effervescente al punto di poter contare anche sul voto in più, rispetto ai bilanci degli anni precedenti, della neo-leghista Tina Donnarumma. Tanto con le coalizioni delle opposizioni litigiose, ed a pezzi, che al giro di boa hanno di già iniziato a dilaniarsi sulla scelta, molto precoce, del prossimo candidato sindaco alle consultazioni elettorali che si svolgeranno nella primavera inoltrata del 2023. Intanto, a sorpresa, abbiamo appreso dalla stampa locale, attraverso ben due articoli pubblicati in queste ultime ore, di una fibrillazione che sarebbe emersa tra le fila della ex-corazzata Cimminiana a seguito di alcuni mal di pancia che, sempre secondo l’autorevole fonte, affliggerebbero ben tre consiglieri comunali, se non proprio quattro, della coalizione del Centrodestra stabiese. Una notizia pregna di inediti particolari che potrebbero dar luogo ad un nuovo rimpasto nella squadra di governo, tanto emerge dal corpo del pezzo pubblicato, varata appena quattro mesi orsono dal primo cittadino stabiese. Eppure apparivano convinti e coesi, intorno al primo cittadino, sia i partiti della maggioranza che gli stessi consiglieri comunali della coalizione, al punto da sembrare un muro inscalfibile e resistente a qualsiasi tentativo di intaccarne l’integrità; ma è bastato solo che la neo-leghista Donnarumma ritirasse la propria rappresentanza dalla giunta, che combinato con il riaffiorare di qualche “tenue” risentimento maturato nel percorso dell’azzeramento politico dell’amministrazione ha, evidentemente, urtato la suscettibilità di qualcuno che pensava di aver vinto un pubblico concorso e completata, infine, con il solito utilitarismo di qualche altro attore in campo, mirato ad uscire dall’isolamento politico nel quale si dimenava, ed ecco che la frittata sembrerebbe bella e pronta per essere servita calda ed appetitosa sulla scrivania di un Sindaco che, a questo punto, apparirebbe privo della maggioranza numerica e “violato” nella compattezza politica della coalizione. La domanda a questo punto nasce spontanea: Ma allora è crisi politica nella coalizione di centrodestra alla guida della città? E se putacaso la crisi “serpeggiasse” realmente nell’alveo della coalizione, per quale motivo nessun partito della maggioranza ha ritenuto doversi esprimere attraverso un documento politico sul tema? Domande che il cittadino medio ritiene di dover porre a questa maggioranza che, alla luce di una compagine di giunta politica ancora in rodaggio, trascorsi poco più di circa 100 giorni dalla sua nomina, rischia di ritrovarsi suo malgrado al centro di una bufera politica determinata da farraginose ambizioni, prematuramente stroncate, con violentissimi mal di pancia di natura virale quali ispiratori di ordinari tentativi di emulazione della serie: “ma qui conto pure io!”. A voler essere pignoli, nell’analizzare la posizione dei diversi protagonisti in campo, sembra impossibile che queste fibrillazioni possano avere una solida quanto concorde origine politica, stimando altresì la promiscuità dei gruppi politici di origine per un inverosimile, composito quanto complesso assemblaggio, che risulterebbe costituito da un consigliere di F.I. quale riferimento di Pentangelo, da un militante della lista Cimmino Sindaco (nonché storico riferimento del forzista Paolo Russo) amalgamati, con il terzo, nella qualità di fedele riferimento della Patriarca sul territorio stabiese. Una miscela che potrebbe diventare realmente esplosiva, in relazione alla differente appartenenza a gruppi consiliari diversi, preso atto che la potenziale scelta di salire sull’Aventino, dei primi due consiglieri comunali in questione, potrebbe comportare una evidente quanto insanabile alterazione di rapporti di forze tra i primi due partiti della coalizione, premiati come è noto a tutti, dal voto del 24 giugno 2018, determinando con questo atteggiamento un grave sconvolgimento degli equilibri politici, sin qui raggiunti, al solo scopo di soddisfare evidenti disegni che poco o nulla c’entrano sia con la politica che con la città. Uno scenario che appare di complessa realizzazione, anche se il lungimirante giornalista, che ha redatto gli articoli in questione, potrebbe aver colto alcune piccole sfumature attraverso l’outing di qualche consigliere avviatosi, prematuramente, sulla strada della delazione. A questo punto, con Cimmino all’angolo, e la frittata pronta per essere rigirata, non resta che attendere le risposte nei prossimi consigli comunali, tanto per saggiare lo spessore di un’ipotesi che, a questo punto, appare surreale e fuori da ogni logica politica. Chi vivrà vedrà. O no?
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