Draghi chiude la Manovra, pensioni verso quota 102

Quota 102, cioè la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi, nel solo 2022. Mario Draghi, con la partecipazione speciale della consulente Elsa Fornero, mette sul tavolo una ultima mediazione sul tema delle pensioni. E’ una soluzione che piace alla maggioranza, Lega inclusa, ma appare soprattutto un segnale distensivo ai sindacati, dopo la rottura al tavolo di martedì sera sulla legge di bilancio.

(Fonte ANSA) – Alla fine dell’incontro il premier riferendosi ai sindacati ha detto: “La tutela dei piu’ deboli, ovunque essi siano, ci unisce. Insieme, dobbiamo fare in modo che innovazione e produttivita’ vadano di pari passo con equità e coesione sociale. E farlo pensando non solo ai lavoratori di oggi, ma anche a quelli di domani”. Un passaggio, quest’ultimo, che non sfugge agli interlocutori. Draghi resta convinto che sia il momento di pensare ai giovani e alle trasformazioni del mondo del lavoro, mentre sul fronte pensioni pensa che si debba tornare gradualmente a un sistema interamente contributivo, come quello indicato dalla legge Fornero. Al tavolo della cabina di regia, dopo una lunga giornata di contatti con i partiti della maggioranza, Franco porta però la proposta di Quota 102 per un solo anno (la proposta iniziale prevedeva un meccanismo di Quote per due o tre anni), con in più un fondo per aiutare i lavoratori più svantaggiati.

La durata breve sembra aprire alla possibilità di una riforma più mirata per la flessibilità in uscita, con attenzione ai diversi lavoratori e meno rigidità delle quote. O, nella lettura della Lega, di consegnare al governo che verrà dopo quello di Draghi, nel 2023, di rimettere mano all’intera legge Fornero. Sulle pensioni interviene anche il leader M5s Beppe Grillo, che sembra posizionare più a sinistra il M5s proponendo il modello Tridico di anticipo a 63 anni dell’uscita con la sola quota contributiva. Una NEFANDEZZA unica nel suo genere in quanto, se dovesse passare questa soluzione, tutti i lavoratori in procinto di andare in quiescenza, e che hanno maturato il diritto al sistema misto retributivo-contributivo, rischiano di perdere un ulteriore 30% sul lordo pensionistico maturato. Una “porcheria” senza confini, mentre si continua ad erogare il reddito di cittadinanza a chi preferisce il divano al lavoro. E chest’è!!!

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