(red) – Un appuntamento fissato da giorni, con una comunicazione a firma del neo-assessore Diana Carosella, disatteso da chi aveva già concordato, con l’amministrazione comunale, la donazione del testo “Lettere dal carcere” di Antonio Gramsci alla biblioteca comunale in occasione della ricorrenza del centenario della nascita del Pci. Una cerimonia che, secondo radio Mosca, era stata sollecitata da esponenti della sinistra locale, si vocifera consiglieri comunali in indirizzo nella missiva, del Comitato per il Centenario della nascita del Pci e che, putacaso, sono puntualmente mancati all’evento che era stato programmato, per le ore 16,00 di ieri, nella biblioteca comunale dove, l’attesa degli assessori Carosella, Romano e De Stefano, si è inutilmente protratta fino alle 17,30.
Si è trattato di un semplice Pasticcio organizzativo oppure di uno schiaffo istituzionale volutamente tirato, dai “comunisti stabiesi” all’Amministrazione di CDX in carica dal 24 giugno 2018? Di tanto a noi non è dato sapere, ma resta gravissimo il fatto che si sia verificato un vero e proprio corto circuito che, sicuramente, non contribuisce ad allentare la tensione che oggi, inequivocabilmente, esiste tra i due schieramenti politici e contrapposti. A sottolineare la certosina puntigliosa organizzazione dell’evento, un appetitoso e fine buffet , di dolci e cotillon, che è rimasto integro al tavolo dove era stato predisposto. Qualcuno tra i presenti, al fine di alleggerire la tensione, ha ironicamente ipotizzato che il testo, delle lettere di Gramsci dal carcere, non sia stato recapitato solo il virtù di un improvviso sciopero dichiarato in extremis dal postino designato ma, al netto delle inopportune e scontate battute sulla vicenda, la mancata comunicazione, tra gli esponenti del Comitato e l’Amministrazione Comunale, è stato un atteggiamento da considerare ai limiti della scostumatezza umana oltre che politica, in quanto qualche malpensante ha ipotizzato che l’assenza di esponenti del Comitato, soprattutto indigeni, potrebbe rappresentare il chiaro segnale che questa manifestazione non dovesse, in alcun modo, andare a buon fine. Il motivo? Non osiamo immaginarlo, ma sarebbe appena il caso che almeno il presidente, del Comitato in epigrafe, si attivasse per far giungere quanto prima almeno le proprie scuse sul tavolo del sindaco Cimmino. È solo una questione di stile, oltre che di correttezza politica, o no?

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