(Red) – Un fulmine a ciel sereno scuote i “lettini” stabiesi dal soporoso sonno in cui, da circa due anni, sembrano essere precipitati i DEM indigeni. Dimissioni inaspettate, quelle presentate dall’avvocato Mariella Verdoliva, ex candidata alle ultime europee, ed affiliata alla componente che fa riferimento alla coppia Manfredi-Fiola, punto di forza della governance del governatore De Luca. Le dimissioni rassegnate dalla Verdoliva cadono in un momento in cui, la leader-ship del presidente Elefante, sembrava aver trovato i giusti equilibri all’interno della compagine piddina. Ma evidentemente qualcosa non ha funzionato, ma del resto in un partito che oggi è opposizione in città e che conta un solo consigliere comunale, in una città come Castellammare, non può sicuramente riuscire a soddisfare le molteplici e fameliche esigenze politiche che, per il recente passato, hanno rappresentato il “pane quotidiano” di questo partito che, senza gestire il potere nel senso più deleterio del termine, diventa una pericolosa arena dove tutti i contendenti sembrano pronti a sbranarsi l’uno con l’altro. D’altronde, i primi segnali di insofferenza erano arrivati già dai primissimi giorni di ottobre, ossia proprio nei giorni a ridosso delle consultazioni comunali che, sul comprensorio di Napoli sud, hanno registrato la pesante e cocente sconfitta del PD, sia in quel di Vico che in quel di Gragnano, proprio nei due “laboratori” che, invece di sfornare pasticcini e brioche, hanno dato luogo ad una sgradevole frittata quale conseguenza di alleanze “inopportune”, oltre che per nulla compatibili. Corrado fu quello che iniziò subito a parlare, in quel periodo, sostituendosi di fatto al segretario Giordano, ed ha continuato a farlo in maniera sistematica tentando di dettare sia i tempi  che la linea politica di un partito ormai “frammentato” e senza progetti. Poi la levata di scudi sulla questione della Commissione Paesaggistica dove il capogruppo Iovino (unico componente il gruppo PD in consiglio) ha accusato l’amministrazione Cimmino di propendere per un “ipotetico” poltronificio, alla luce degli scellerati esempi che, le amministrazioni Cuomo e Pannullo, hanno dato nel corso del loro insipiente seppur brevissimo mandato. Non a caso, in prossimità della scadenza della consiliatura, prevista per la primavera 2023, i gruppi correntizi del PD cominciano a scaldare i motori in preparazione della scelta del candidato sindaco del PD che dovrebbe, secondo la loro pianificazione, guidare l’arrembaggio elettorale per ritornare a “comandare” dallo scranno più alto di Palazzo Farnese.  La Verdoliva, attraverso le sue dimissioni, ha lanciato la classica pietra nello stagno piddino che al momento si è chiuso nello più stretto riserbo evitando, anche attraverso i social, di avviare un confronto interno che, secondo le motivazioni addotte nella missiva della dirigente dimissionaria, sarebbe quantomeno necessario, considerato l’immobilismo politico di un partito che oggi, in realtà, recita a soggetto. Un segnale volutamente ignorato, e con i variegati gruppi che si stanno riorganizzando, alleanze nuove ed inedite che nascono, architettando moderne strategie miranti a rovesciare la maggioranza di un direttivo che, secondo le forze in campo, potrebbero già tentare visto che, secondo quanto è trapelato, riuscirebbero a contare su circa la metà dei suoi componenti. E a Castellammare l’Allarme Meteo diventa ROSSO, almeno per quanto concerne la politica, visto che i “venti di guerra” spirano a velocità supersonica!

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