(Red) – Correva l’anno 1992 quando il grande regista italiano, Mario Monicelli, ultimò la lavorazione di un film che descriveva uno spaccato di vita, elaborato da una sceneggiatura di una esperienza vissuta, che racconta la bieca e miserabile intenzione di alcuni figli di liberarsi dei genitori maturata alla luce di salvaguardare il proprio tenore di vita e gli interessi personali. Una storia simile, in edizione riveduta e corretta, prende corpo nella città di Castellammare, con personaggi infidi e avidi al punto di passare sul martoriato corpo della propria città al solo fine, e nella convinzione, di poter tornare ad occupare posti di rilievo nel governo della cosa pubblica. E pensare che da anni, e fino a pochi mesi orsono, questi personaggi neanche si salutavano per strada incrociandosi mentre, da qualche tempo, hanno trovato modi e forme per poter riprendere il dialogo tra loro, pur non avendo mai reso pubblici i motivi dei dissidi intercorsi. Oggi, a quel che appare, questi personaggi sembrerebbero aver recuperato rapporto e dialogo, e questa sarebbe sicuramente una lieta e gran bella notizia per chi crede nei valori dell’amicizia e dell’amore fraterno al prossimo; ma continuare ad ignorare i motivi che portarono allo strappo non è possibile, almeno per il momento, e ancora meno far finta di non conoscere i reali motivi che ne avrebbero determinato la “pacificazione”, sarebbe solo una conclamata ipocrisia. Ma, volendo stare al gioco di continuare a credere nell’esistenza delle sinistrate “Cattedrali” nel deserto del Csx stabiese, non ci resta che registrare una rinnovata convergenza di idee, oltre che di “comune” interesse, intorno alle vicende amministrative stabiesi che secondo le più disparate previsioni di sinistri uomini appassionati di esoterismo sfuso, a parere di alcuni osservatori a “stretto contatto con il Palazzo della Foresteria, si potrebbe concretizzare in queste ore lo scioglimento dell’organo di governo della città per una presunta infiltrazione camorristica. Una motivazione sicuramente infamante per una città come Castellammare che, governata ininterrottamente dal 1992 fino al 5 febbraio 2018 dal centrosinistra stabiese tranne la breve parentesi di 30 mesi di Bobbio, attraverso l’amministrazione Cimmino ha messo in cantiere un programma pregno di progetti realizzabili, e finanziabili per circa 200 milioni di euro, dopo aver tirato fuori le casse della città dalle paludi di un dissesto che aveva riconsegnato, per decisione dell’elettorato stabiese alle comunali del 24 giugno 2018, un’amministrazione della cosa pubblica che risultava essere veramente ridotta, volendo usare un eufemismo, “ai piedi di Pilato”. A questo punto una domanda nasce spontanea: “Ma questa presunta infiltrazione camorristica si sarebbe realizzata in questi ultimi tre anni oppure, al contrario era già attiva, operante ed esistente nell’alveo amministrativo stabiese nel periodo antecedente al 24 giugno 2018? Eppure sembra molto bizzarro l’atteggiamento assunto da questi “famosi e tristi parenti” monicelliani che, dimostrando di avere a cuore solo particolari e personali interessi, “serpeggiando” in una riedizione tutta in salsa stabiese di “Parenti Serpenti” non esiterebbero a gioire, accogliendo festosamente, la “morte politica e sociale” della propria città attraverso uno scioglimento così motivato, tanto nell’assurda speranza di poter ritornare, dopo almeno 24 mesi, a poter governare e gestire conti e bilanci tornati a regime solo grazie all’opera di un’amministrazione trasparente e onesta. E chest’è!
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