(Red) – Dopo ben due sentenze, quella del Tar Campania del 31-12-2020 e quella del Giudice ordinario del Tribunale di Torre Annunziata del 03-01-2022, ancora al palo sembra essere rimasta l’attesa reazione dell’apparato amministrativo comunale che, a difesa ed a tutela dell’Ente, è deputato per eccellenza ad attivare tutti i meccanismi normativi miranti a “recuperare” circa 100mila euro, dovuti e non pagati, dall’associazione Ipiemme a seguito dei canoni di locazione dovuti e mai versati. Ma per avere le idee più chiare, a questo punto, sarebbe il caso di tentare un veloce excursus tra i punti più significativi delle succitate sentenze.
Innanzitutto si rileva una notevole discrasia tra la parte afferente la motivazione della sentenza ed il dispositivo della stessa, tanto per quanto attiene la sentenza del giudice ordinario del Tribunale di Taz. In motivazione, infatti, la dott.ssa Diana parla di “giurisdizione amministrativa” (e motiva in relazione al riparto tra giudice ordinario e giudice, appunto, amministrativo). È molto probabile che si tratti di un refuso, che necessiterebbe sicuramente di essere corretto mediante una semplice istanza di rettifica di errore materiale.
Se di errore materiale dovesse trattarsi, il Giudice provvederà certamente a sostituire la parola “tributario” con la parola “amministrativo”, nel PQM della sentenza medesima.
Al di là dell’errore materiale, urge comprendere quale sia, effettivamente, il Giudice competente a statuire su tale annosa questione. Ma non sarebbe stato maggiormente opportuno proporre un apposito “regolamento di giurisdizione” data la delicatezza politica e tecnica della questione?
Ed ancora, vale la pena ricordare che il Tar, dopo aver accolto il cautelare proposto dalla Compagnia, nel senso di concedere a quest’ultima quantomeno un congruo termine per il rilascio, ha poi dichiarato in parte inammissibile ed in parte improcedibile il ricorso.
Dalle difese della Compagnia, è emersa infatti la volontà di contrattualizzare il rapporto. Nelle difese del Comune, è stata invece paventata la possibilità di procedere al recupero delle somme, come contrattualizzate, con successivi e distinti atti di recupero.
Per quale motivo il rapporto non è stato contrattualizzato?
Il Comune ha formalizzato ulteriori e successivi inviti a regolamentare consensualmente il rapporto? E visto che il comune ha tentato, attraverso reiterati ma inutili tentativi, di contrattualizzare il rapporto, per quale motivo oggi la situazione si è “impallata” nelle maglie di una burocrazia molto spesso forte con i deboli e debole con i forti?
Intanto resta la necessità di trovare una decisiva risposta all’annoso quesito se ci sia, o meno, un Giudice a Berlino….. o in quel di Torre Annunziata!
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