(Red) – E’ da circa due anni che il Csx stabiese, attraverso la catena di Sant’Antonio di tutti i suoi esponenti più rappresentativi, lavora ai fianchi l’Amministrazione comunale stabiese, compulsando in maniera sistematica gli organi Istituzionali e giudiziari dello Stato, al fine di poter ottenere lo scioglimento per “infiltrazioni camorristiche” nel comune di Castellammare. Una battaglia messa in campo sin da subito, non appena si insediò l’amministrazione Cimmino alla luce dell’inatteso risultato del 24 giugno 2018; ossia sin da quando si consolidò la convinzione di aver perso dalle mani il potere nella ex-Stalingrado del Sud. Al fine di fare chiarezza, su di un pezzo pubblicato su Repubblica in data odierna, sarebbe appena il caso di riportare il passaggio fondamentale della Sannino che testualmente recita: ” Per inciso, è la terza volta che su Torre Annunziata oscilla la scure dell’antimafia. Il comune fu sciolto per infiltrazione nel 1993, dieci anni dopo le inchieste sull’omicidio choc di del giornalista Giancarlo Siani, mentre dieci anni più tardi, nel novembre del 2012, un’analoga “pratica” fu archiviata dall’allora ministro Alfano. Altro caso che scotta è quello di Castellammare. Irregolarità negli appalti, condotte sospette di dirigenti, collegamenti con ambienti della criminalità organizzata. Duecento pagine di relazione, insieme agli allegati e al contributo delle inchieste dell’antimafia, avrebbero prodotto un risultato che solo pochi anni fa sarebbe stato sorprendente: la proposta della ministra Lamorgese di mandare tutti a casa, per infiltrazioni e condizionamento di tipo mafioso, sarebbe pronta per essere esaminata in uno dei prossimi consigli dei ministri (ma non è affatto detto data l’urgenza di dossier nazionali, che si riesca al tavolo di oggi)”. Questo l’anticipo della mattinata arrivato sulla stampa, e nonostante le vicissitudini ben più gravi, all’esame del governo, è passata la decisione di sciogliere il comune di Castellammare. Una scelta sostenuta, caldeggiata ed ottenuta dai grillini, leu, piddini e italia viva sulla scorta dell’azione compulsiva messa in campo attraverso un’alleanza mirante a riconquistare la ex-Stalingrado del sud violata dal Cdx locale attraverso il risultato del voto popolare. A margine di questa decisione, mentre ancora non era terminato il CdM, è uscito il comunicato di Ruotolo senatore Leu del Gruppo Misto che, con immensa soddisfazione, ha dichiarato:

Avevamo visto giusto. Il consiglio dei ministri ha sciolto per infiltrazioni mafiose il comune di Castellammare di Stabia. E avevamo visto giusto anche a Torre Annunziata dove ci sono state le dimissioni del sindaco e dei consiglieri comunali all’indomani delle perquisizioni a tappeto e delle incriminazioni per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Anche altri comuni dell’area metropolitana di Napoli sono commissariati. Per chi vive in queste comunità vuol dire democrazia sospesa.

Quando interviene la magistratura o quando interviene il governo con lo scioglimento delle assemblee elettive si riducono gli spazi di democrazia. Tocca alla politica recidere i rapporti con la criminalità organizzata. La questione di fondo sulla quale ci dobbiamo interrogare tutti è la formazione e la qualità della classe dirigente.

Noi sappiamo che dove c’è la camorra non c’è sviluppo, non ci sono diritti, non c’è libertà. Sappiamo che Castellammare di Stabia come Torre Annunziata hanno bisogno di voltare pagina”.

Ma il cittadino stabiese ha provato a chiedersi il motivo di tutte queste morbose attenzioni per la città stabiese in particolare? Attenzioni che lasciano pensare ad una precisa e mirata strategia politica, di ampio respiro, messa in campo da chi ha dimostrato di avere interesse a gestire e governare questa comunità al solo fine di realizzare e tutelare i propri interessi di bottega. La banda delle “capere” prevale sul rispetto per le Istituzioni, è questo veramente preoccupante per la tenuta “democratica del Paese”. Infatti, divulgare queste notizie nella modalità di come sono state diffuse, impone ai politici, oltre che ai cittadini, a promuovere una profonda riflessione sul pericoloso decadimento della qualità professionale e umana riscontrata, in questi ultimi anni, nella macchina amministrativa dello Stato. Al momento, e solo per il momento, chest’è!

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