(Red) – Sembra ieri quando, alla chiusura della campagna elettorale per le comunali 2018, Andrea Di Marino arringando alla sua schiera di sostenitori in un noto locale di Varano, propugnava: “A Pannullo lo abbiamo mandato tutti insieme a casa, già quel sindaco, perché pure io l’ho mandato a casa in modo che così finalmente ci dichiariamo, e tanto in conseguenza dell’atteggiamento del PD locale che, come ha sempre fatto gli altri anni, dopo aver dopo aver concluso un accordo politico con la coalizione composta per la maggior parte di liste civiche, ha deciso poi di dover comandare da solo. Ecco qua, questa è la verità per la quale sono andati a casa, sono rimasti soli. Mettiamo che io e te, rivolto ad un interlocutore, facciamo un progetto; io e te decidiamo di andare insieme e ti accorgi che ad un certo punto l’altro decide e ti dice no, mò comando io. E mentre tu lavori per la città, mentre cerchi di risolvere i problemi ti rendi conto che loro cercano di fare “gli affari loro”, e mi fermo qua. Perché sono una gran brava persona e non voglio andare oltre, e mi limito a dire solo“gli affari loro”. E quindi, per fare “gli affari loro” e tutto il resto, voi che avevate votato per quella persona, non contavate più tranne che una o due persone del Partito Democratico. Questa è la verità Pannullo, altro che “palazzinari” e 1.700 euro e 2.700 euro a metro quadro, sei andato a casa perché ti sei messo nelle mani dell’ex capogruppo del PD che ti guidava come un burattino e ti faceva anche dire quello voleva lui, perché quando si trattava di decidere le cose importanti per questa città, non chiedeva che cosa facciamo, qual è il progetto? Al contrario, chiedeva solo, che devi fare? Questo era l’unico interesse del capogruppo, quello che manteneva i fili di Pannullo. E mentre Pannullo chiedeva ad Alfano una mano rassicurandolo, il giorno dopo chiamava il capogruppo del PD e questi gli diceva, ma che stai dicendo, vedi che Antonio deve morire. Io non sto dicendo cose inventate, questo era il linguaggio usato, soffermatevi sul livello di queste interlocuzioni. Questo era il linguaggio. Noi gli dobbiamo tagliare la testa ad Antonio, e una volta si doveva tagliare la testa ad Antonio, una volta ad Andrea, una volta a Tina, e alla fine si guardarono intorno e videro che erano rimasti da soli. Questa è la verità Pannullo”. Parole e musica, questa è la verità, del Di Martino, pronunciata nel corso del comizio di chiusura della campagna elettorale del giugno 2018, salvo poi, dopo ben quattro anni in un’intervista a Metropolis di qualche giorno fa, alla domanda “Anche perché con Pannullo sindaco non finì bene” rispondere candidamente che: “Io non ho mai litigato con Lui, ma con chi gli stava attorno che lo portò all’isolamento. A Lui imputo la debolezza politica di non avermi difeso, forse oggi staremmo parlando di un’altra storia”. E come giustifica oggi, questa sua radicale inversione di rotta, rispetto alle gravi accuse pronunciate più volte in quella sede, ma a cosa voleva far riferimento quel preciso passaggio dove sottolineava “E mentre tu lavori per la città, mentre cerchi di risolvere i problemi vedi che loro cercano di fare “gli affari loro”, e mi fermo qua. Perché sono una gran brava persona e non voglio andare oltre, e mi limito a dire “gli affari loro” . Si riferiva forse a quanto emerso nel corso delle intercettazioni della PG, dove veniva fuori un incontro consumatosi in un noto parco dell’Annunziatella alla presenza di un tanto vituperato imprenditore che avrebbe incontrato personaggi politici PIDDINI di un certo spessore, sia locale che regionale? Eppure ancora nessun informativa e/o procedimento risultava essere ancora noto al tempo, e se non trattasi di un puro esercizio esoterico, resta il legittimo dubbio se queste notizie, in disparte la modalità con la quale siano state apprese da Di Martino, siano state repentinamente portate a conoscenza della Procura oplontina. Il passo del “Gambero”, emerso nella dichiarazione consegnata a Metropolis, la dice tutta sulla coerenza politica e personale dell’uomo, visto che oggi continua a lanciare segnali distensivi contro chi, per circa due anni, ha massacrato politicamente sulla stampa attraverso pesanti dichiarazioni al vetriolo. E tanto, solo per usare un eufemismo!
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