(Red) – Una domanda che dal giorno dello scioglimento per infiltrazione camorristica, del Consiglio Comunale stabiese, è diventata ormai il tormentone dei politici del Csx stabiese che, ad ogni piè sospinto, non perdono occasione pur di riuscire nel tentativo di gettare la “croce” sul Cdx che è arrivato al governo della città solo il 24 di giugno del 2018. Eppure sono quegli stessi politici che, nel corso dell’autunno 2017, fecero partire l’appello, diretto alla Prefettura di Napoli, attraverso il quale invocavano a gran voce proprio l’invio di una Commissione di Accesso al Comune di Castellammare di Stabia. Ma quali furono i motivi che spinsero queste forze politiche a chiedere l’invio della commissione di indagine? A quanto ci è dato di ricordare, andando a memoria, il motivo ricorrente sembrerebbe essere sempre riconducibile alla modalità della concessione diretta degli appalti (di quelli sotto soglia e gestiti direttamente dagli uffici interessati) ed all’appalto dei rifiuti solidi urbani. Orbene, considerato che su questi due temi sembra che concordino tutti, e visto che al momento nessun altro tema sembrerebbe essere stato ipotizzato, alla luce dei provvedimenti adottati dall’Amministrazione Cimmino e passati attraverso la “risoluzione contrattuale” degli appalti concessi ad una ditta che si occupava di onoranze funebri, al licenziamento di un dipendente condannato per fatti di camorra (risultava in servizio sin dal lontano 2008 e detenuto in un carcere di massima sicurezza), alla risoluzione del contratto con la ditta delle pulizie in servizio da tempo con l’Ente (mentre oggi sembra presti i suoi preziosi servigi all’AslNa3sud) culminata con la cacciata della Lumir che, nonostante l’ufficio restasse in attesa della certificazione antimafia, continuava normalmente a lavorare. Tanto, in sinergia con l’ottima gestione dei beni confiscati alla camorra e la risoluzione definitiva, in relazione all’assegnazione del “chioschetto” di via Mazzini in villa comunale, finalmente affidato in gestione ad un’associazione del territorio al fine di istituire un Info Point al servizio dei turisti e dei cittadini. Per quanto riguarda le vicende legate al bando per l’affidamento del chioschetto in questione basterebbe leggere con attenzione il contenuto del link di seguito evidenziato.
Attraverso siffatte decisioni, ed assunte nell’immediatezza non appena venuta a conoscenza dei fatti, l’Amministrazione Cimmino nel corso della sua gestione ha mirato a bonificare in maniera perentoria ed efficace il rapporto di lavoro delle ditte con l’Ente, disponendo d’imperio la risoluzione contrattuale a fronte di quelle colpite da interdittiva antimafia.
Queste scelte, operate a difesa delle Istituzioni cittadine, tendevano a garantire anche la realizzazione dei progetti straordinari, in procinto di ricevere i finanziamenti necessari dallo Stato, dalle mani del “Malaffare”; considerata la posta in palio molto alta e che, dalla realizzazione di questi progetti, dipende il futuro prossimo di una città che vuole, e deve, giocoforza rialzarsi. A partire dalla Rigenerazione Urbana del centro antico al Restyling delle Antiche Terme, con la necessaria quanto non più procrastinabile riconversione della Linea ferroviaria Torre Annunziata-Castellammare-Gragnano in un tram leggero a supporto del trasporto turistico, per un imponente investimento da circa 45 milioni di euro; per non parlare poi dei progetti afferenti l’abbattimento dei Silos e gli interventi previsti sull’area portuale (con un finanziamento da circa 30milioni di euro) rappresentano i progetti per eccellenza che, una volta realizzati, trasformerebbero in positivo il volto e la vivibilità della città stabiese.
Lo scioglimento potrebbe bloccare progetti e fondi, in gran parte provenienti dal Pnrr, per diverse centinaia di milioni di euro, e tanto rappresenterebbe sicuramente una catastrofe per la possibile ripresa di una città ridotta ormai allo stremo da un ventennio di malgoverno. Per voltare finalmente pagina occorrerebbe trasformare l’organizzazione strutturale della macchina comunale e, per un maggior e più incisivo intervento, bisognerebbe rimuovere la causa primaria di tutto ciò, attraverso l’utilizzo della normativa, vuoi con la mobilità e/o risoluzione contrattuale dei dirigenti e funzionari responsabili di eventuali scelte che avrebbero potuto agevolare, anche inconsapevolmente, l’insinuazione del malaffare nella vita amministrativa della città. Nel frattempo si continua ad attendere, molto pazientemente, sia la de-secretazione dei verbali della Commissione Parlamentare Antimafia, sulle dichiarazioni rilasciate all’epoca dall’ex sindaco Pannullo, che della relazione redatta dalla Commissione di Indagine inviata dalla Prefettura di Napoli al Ministro che, per competenza, ha proposto ed ottenuto lo scioglimento dell’amministrazione Comunale stabiese!
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