(Red) – Come è ormai arcinoto a tutti i cittadini stabiesi, nella relazione redatta dalla Commissione di Indagine inviata dalla Prefettura di Napoli il 3 novembre del 2009 al comune di Castellammare di Stabia, furono rilevate delle irregolarità e fattispecie di violazione di legge che, a parere dei commissari, compromettevano l’imparzialità dell’Amministrazione nonché il regolare funzionamento dei servizi con particolare riferimento a specifiche vicende gestionali. Problematiche emersero dal settore della gestione del personale con riferimento specifico all’omesso avvio di procedimenti disciplinari, ovvero alla irrogazione difforme di sanzioni in relazione ai presupposti di legge e a fattispecie specifiche del CCNL di categoria;
nel settore delle procedure di aggiudicazione di appalti;
nel settore Urbanistico-Edilizio;
con riferimento alla privatizzazione delle Terme di Castellammare di Stabia e alla concessione aree demaniali agli alberghi delle Terme;
con riferimento alle procedure di affidamenti operati dal comune di Castellammare di Stabia, quale ente capofila dell’ambito territoriale (Politiche Sociali) ex-lege 328/2000.
Basterebbe solo pensare che, adeguatamente comparate le motivazioni che oggi sono emerse nelle motivazioni di scioglimento del Consiglio Comunale eletto nel 2018, nulla sembrerebbe essere cambiato dal 2005 al 2021. Tanto, del resto, affiora alla mente del lettore molto attento, leggendo la cronaca di quel tempo attraverso il link di seguito richiamato.
Eppure nel corso di quegli anni furono assunti alcuni lavoratori appartenenti alle categorie protette, attraverso uno stage frutto di una convenzione con l’allora provincia di Napoli, e tra questi un lavoratore che, successivamente, è stato sospeso in quanto arrestato per fatti di camorra e, a quanto pare, ancora oggi ospitato nelle carceri del nostro paese a scontare una condanna passata ormai in giudicato.
A corretta completezza dell’informazione, teniamo a sottolineare che in quella giunta, e per la durata dell’intera consiliatura, ricoprirono l’incarico di assessori sia Andrea Di Martino (per la prima parte della consiliatura) che Mariella Parmentola (per la seconda parte) con l’identica delega comprensiva il Lavoro e le Politiche sociali; proprio a significare sin da allora che quella delega dovesse rimanere in famiglia. Infine, bisogna comunque sottolineare che, di quella famosa compagine di giunta, fecero parte anche se per un breve periodo di tempo, atteso che il Sindaco con un blitz gli ritirò la delega con quella della Mormone, sia il tanto vituperato e bistrattato Gaetano Cimmino che Michele Sanzone. Questa è la narrazione storica. Noi raccontiamo esclusivamente i fatti, in quanto le illazioni e le menzogne le lasciamo raccontare agli altri e ci limitiamo, almeno per il momento, solo a confutarle!
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