(red) – Ormai non è più un segreto per nessuno, naturalmente tranne che per i diretti interessati citati nella “informativa” redatta dalla Commissione di Inchiesta approdata al comune stabiese nella tarda primavera del 2021, il contenuto della famosa Relazione redatta dal Capitano Iannucci, dal Capitano Patriarca e dal dirigente della Prefettura di Napoli inviati proprio dall’ex Prefetto Palomba. Una ipotesi che, sin dai primi giorni successivi allo scioglimento del Consiglio Comunale stabiese per presunte infiltrazioni camorristiche, aveva cominciato a prendere forma proprio attraverso le notizie pubblicate dalle testate di stampa locali e nazionali le quali, attraverso articoli prodighi di particolari inediti e sconosciuti ai tanti, spalavano tonnellate di melma su circa 15 persone, tra ex-consiglieri comunali e amministratori, utilizzando una sorta di “superventilatore protonico” molto potente e dalle dimensioni inimmaginabili. Una convinzione tanto consolidata, oltre che scontata, al punto da spingere qualcuno a sporgere querela contro ignoti per una presunta violazione del “Segreto di Stato” che, confermato successivamente dalla Prefettura in data 26 aprile 2022, insiste e permane sulla “Relazione redatta dalla Commissione di Accesso” e trascritta su 52 pagine, con i relativi allegati contenenti altre 100 pagine debitamente stracolme di notizie relative ad una succulenta informativa di P.G. redatta dalla task force delle Forze dell’Ordine, mobilitate a gogò, nella particolare circostanza. Solo a seguito di una Ordinanza del Tar Lazio, pubblicata in data 1 giugno 2022, che Ordinava alla Prefettura di Napoli di dar luogo alla notifica di una “Relazione non Omissata” sarà possibile, e quando verrà eseguita, conoscere la relazione della commissione di accesso. Allo stato solo alcuni Consiglieri Comunali, citati per il giudizio di incandidabilita ed a seguito dell’accesso effettuato nel fascicolo telematico presente in tribunale civile, hanno avuto modo di conoscere unicamente la relazione del prefetto Palomba, “non omissata” e composta di 57 pagine, potendo così esercitare il più elementare diritto alla difesa, anche se la stessa risulta “monca” degli allegati alla Relazione della commissione di accesso (e dei documenti richiamati) necessari per poter conoscere le variegate e fantasiose versioni raccontate nei predetti locali commerciali della città. Tanto è solo per la cronaca, ma anche al fine di far comprendere ai cittadini stabiesi che in questa vicenda, così complessa e grave per l’intera ex città delle acque, dovrebbe essere “costituzionalmente garantito”, a tutti i cittadini italiani e non solo a questi ultimi, di poter esercitare il proprio diritto di difesa a fronte di presunti “addebiti” documentati e consultabili dalla parte interessata, preso atto che non è possibile esercitare tale diritto a difendere la propria dignità da “presunte accuse” lasciate strumentalmente filtrare attraverso la “stampa di regime”. Inoltre, se è vero come è vero, che sulla “relazione e relativi allegati” insisteva il Segreto di Stato (così come da comunicazione del Prefetto Lucchese) è lecito chiedersi su come abbiano fatto i giornalisti a venirne in possesso ed a scrivere nomi e cognomi, comprensivi di dati sensibili e fatti riservatissimi, senza alcun filtro e con una fondata sicurezza, resa possibile solo in presenza di una profonda conoscenza dei contenuti, abbiano potuto liberamente “criminalizzare” persone per bene con tutte le loro famiglie? E allora che cavolo di segreto insisteva su questa relazione, visto che è apparso ai più il “Segreto di Pulcinella”? Si, proprio il Segreto di Pulcinella, considerato che un Consigliere Comunale ha avuto modo di apprendere per puro caso, in un salone di Parrucchiere cittadino, che un avventore, sostenendo di aver letto ben 152 pagine della relazione evidentemente comprensiva di allegati, insinuava di presunti e fantasiosi reati che, sempre a suo dire, il Sindaco uscente avrebbe commesso secondo quanto risultava emergere dal contenuto di quanto raccontato nella relazione. Accuse molto gravi, prive di ogni fondamenta e riscontro oggettivo che, in un batter d’occhio, furono immediatamente demolite dal Consigliere presente il quale, suo malgrado, aveva giocoforza ascoltato. E sempre e solo per la cronaca, è opportuno sottolineare che questa signora risulterebbe essere molto vicina ad un noto legale “grillino” che, ironia della sorte, collabora da molti anni, e in maniera continuativa, con l’avvocatura comunale. Uno dei tanti episodi che testimoniano l’esistenza di una organizzata “rete informativa” costruita ad arte, da politici disonesti senza dignità nè onore, per sfruttare politicamente uno “scioglimento” che, nelle motivazioni addotte, ancora non è riuscito a dimostrare l’esistenza di alcun provvedimento adottato e teso a favorire l’interesse delle consorterie criminali del territorio stabiese! #Aspettandoil5Luglio
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