(Red) – Era la fine degli anni 60’ quando fu dichiarato non balneabile il litorale stabiese e fu così, sic et simpliciter, che in quel tempo ben due stabilimenti balneari, La Limpida e il Lido Moderno, furono costretti a migrare, spostando le loro attività, in quel di Pozzano. Erano due megastabilimenti balneari che insistevano sull’arenile stabiese, basta solo immaginare che lo stabilimento della Limpida montava circa 300 cabine, che sommate alle quasi 200 cabine del Moderno, garantivano ospitalità ad almeno 5mila persone. Per comprendere di cosa parliamo basti solo pensare che le cabine venivano montate persino su lunghi tavolati che, adagiati sulle palafitte, si inoltravano nel mare, a circa 30 mt dalla battigia, creando così una doppia fila di cabine che, sistemate spalla a spalla, davano luogo ad una sorta di giro panoramico dello stesso stabilimento balneare. Erano gli anni d’oro della balneazione nella città delle acque, con un turismo che poteva contare sugli ospiti del comprensorio e sulla incontenibile clientela termale, all’epoca forte di una numerosissima colonia proveniente dalla Puglia, che diede luogo allo sviluppo di una nuova forma di ospitalità, i moderni Bed & Breakfast, costituita dal fitto delle camere della propria casa da parte dei cittadini stabiesi. Poi gli anni bui dell’inquinamento derivante dagli innumerevoli scarichi a mare, non solo da parte del fiume più inquinato d’Europa, ma dovuto anche ad uno sproporzionato sviluppo edilizio con la costruzione di immobili ad uso abitativo che, non risultando supportato da una rete fognaria sufficiente ed efficace a soddisfare le accresciute necessità, scaricava le acque sporche in rivoli naturali e talvolta direttamente a mare. Un tema che, agli inizi degli anni 80’, è stato affrontato dall’ex Casmez con la copertura del rivolo San Marco, ed il relativo incanalamento delle acque piovane, raccolte da un tubo dal diametro di 5 mt. con sfocio diretto a mare, e di quelle sporche, raccolte da due tubi da 0,80 mt. di diametro, che all’incrocio di via Raiola si innescano nella rete fognaria cittadina. Ma il problema più grande è stato determinato dall’alto tasso inquinante del Sarno e del Cannetiello, nonché di altri sversamente direttamente a mare; in quanto solo poche amministrazioni comunali succedutesi negli anni hanno avuto il coraggio di dichiarare guerra all’abuso di questi scarichi illegali. In questa direzione si è decisamente impegnata l’amministrazione Cimmino che, dal momento dell’insediamento avvenuto nel mese di luglio 2018, ha prodotto una serie di attività che l’ex Sindaco ha così sintetizzato: “Una programmazione concreta e fattiva, un lavoro certosino effettuato dalla nostra amministrazione comunale, dando seguito ad un’attività iniziata negli anni precedenti in sinergia con Gori e con l’Ente Idrico Campano. Un percorso che ci ha visti protagonisti di ben 21 ordinanze, che ho firmato per cancellare definitivamente, dopo decenni di attesa, gli scarichi illeciti in mare.

Il litorale di corso Alcide De Gasperi è finalmente balneabile. Lo ha sancito l’Arpac, premiando il nostro sforzo messo in campo per eliminare gli sversamenti in mare e restituire alla città l’intero tratto di costa. Un risultato straordinario per la balneabilità del nostro litorale e per tutto il nostro territorio”. Tutto ciò si è concretizzato grazie al coraggio di promulgare le 21 ordinanze mirate ed all’impegno profuso da un gruppo composito, formato dagli uomini dell’Ambientale della Polizia Locale coadiuvati dall’impegno di un “capotico” geometra dipendente comunale, è stato possibile predisporre, notificare e costringere interi condomini trasgressori ad adempiere alle numerose Ordinanze che, solo per lo spirito di servizio ed all’abnegazione di questo gruppo, sono andate quasi tutte a buon fine in attesa di quella relativa ad un parco della “Carcarella”. Infine, per completare risolutivamente l’opera, mancano all’appello solo due fabbricati di cui, uno sito in via Regina Margherita dove basterebbe uno scavo di circa 4 metri per collegarsi alla rete fognaria, mentre l’altro è ubicato nella zona antica della città, con lo sfocio proprio a latere del cinema teatro Montil, dove necessiterebbe un semplice scavo di circa 1,5 metri per regolarizzarne la condizione. Inoltre, per chiudere definitivamente questa vicenda, e la relativa certificazione dell’inesistenza degli sbocchi a mare, bisognerebbe solo redigere l’ordinanza che, in tal modo, potrebbe garantire la balneabilità certificata, acclarata, desiderata e necessaria, per restituire il litorale alla completa disponibilità delle attività ludiche, nonchè finalizzate alla balneazione, in questa meravigliosa città!        

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