Castellammare – (C.S.)Sono bastate poco più di 48 ore, alla Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, per risalire ai dati anagrafici del bagnante che, nel fine settimana appena trascorso, ha distrutto uno scoglio per estrarre i datteri di mare, davanti agli occhi increduli dei presenti sulla spiaggia pubblica di Castellammare di Stabia. Si tratta di A.C. ed è un soggetto di circa 47 anni gravato da pregiudizi di Polizia, residente nel centro storico collinare del comune di Castellammare di Stabia, è stato individuato grazie alle indagini del nucleo di Polizia Giudiziaria ed all’attenta disamina del video pubblicato su numerosi social network. Subito dopo il fatto ed alla segnalazione pervenuta agli uomini della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, gli stessi hanno immediatamente dato inizio alle attività investigative finalizzate al rintraccio del reo soggetto che, una volta identificato, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria di Torre Annunziata per i reati di danneggiamento aggravato e pesca illegale di datteri di mare. L’odierno risultato ha ancora una volta dimostrato il danno ambientale che si procura alla flora ed alla fauna marina nell’attività di estrazione illegale del dattero di mare, in quanto si tratta di un mollusco bivalve che cresce all’interno di buchi che scava nella roccia sott’acqua, motivo per cui per pescarli è necessario distruggere e devastare interi tratti di costa. Questa vicenda, risolta in poche ore, dimostra che nella nostra città i crimini e la tutela dell’ambiente marino non vengono tollerati e vengono perseguiti senza esitazione, non abbassando la guardia su atti di inciviltà e vandalismo che non possono essere accettati. A quanto pare, il soggetto in questione, era molto noto sulla spiaggia dove è stato consumato il reato, poiché da informazioni assunte risulta che già da tempo l’uomo si adoperasse, munito di mazzola d’ordinanza opportunamente conservata nello zaino, per procurarsi il mollusco necessario per condire il suo “spaghetto serale”. Tutto ciò in barba sia al rispetto per la natura e l’ambiente, che della legge, per non parlare poi della tutela per la sicurezza dei bagnanti e dei bambini che, sul tratto interessato al lavoro di prelievo, rischiavano seriamente di poter beccare qualche scheggia vagante di scoglio proveniente dalla “battitura” sconsiderata, consumata alla presenza di centinaia di persone costrette a subire solo in nome del “quieto vivere”. E i gestori di quel tratto di spiaggia affidato, non hanno mai notato questo “signore” al lavoro? Ah, saperlo!

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