Il tasso di resistenza agli antibiotici in Italia è sette volte maggiore rispetto a quello della Scandinavia. Il nostro Paese si colloca al quinto posto tra quelli ad alto reddito per indice di resistenza a tali medicinali dopo Lettonia, Irlanda, Slovacchia e Spagna. La prevenzione delle infezioni ospedaliere (di cui il 65% è resistente) è ai livelli più bassi d’Europa. La percentuale di utilizzo improprio sale ulteriormente al Sud.
Sono alcuni dei dati emersi durante la conferenza stampa di presentazione della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità. Un’iniziativa che include la Giornata europea degli antibiotici celebrata ogni anno il 18 novembre.
Resistenza agli antibiotici, Italia maglia nera in Europa: le opportunità offerte dalle molecole innovative
“Un tema su cui è necessaria una consapevolezza analoga a quella del cambiamento climatico”, ha sottolineato il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, evidenziando come l’Italia sia maglia nera per le resistenze alle infezioni ospedaliere. Le organizzazioni sanitare italiane stanno cercando di reagire con azioni volte a sensibilizzare la medicina territoriale, i medici di famiglia e i pediatri.
“L’antibiotico resistenza è un pericoloso fenomeno biologico di resistenza alle infezioni batteriche, dopo la somministrazione di antibiotici, derivato da un abuso nel tempo di questi farmaci. Le ragioni sono legate sia a cattive pratiche mediche, sia a una medicina difensiva. – spiega il professor Francesco D’Andrea, ordinario di Chirurgia Plastica al Policlinico Federico II – Per evitare problemi legali non di rado si prescrivono antibiotici senza che ce ne sia un reale bisogno terapeutico.
A ciò si aggiunge, nel nostro campo, un’abitudine sbagliata da parte di medici di chirurgia plastica, estetica, di dermatologi, che sia per profilassi sia nel post intervento chirurgico o trattamento dermatologico prescrivono antibiotici in modo inappropriato”.
Linee guida scientifiche e sanitarie
Ci sono linee guida scientifiche e sanitarie molto precise sull’utilizzo degli antibiotici che vanno rispettate. Come università cerchiamo di fare formazione e informazione per evitare che questa deriva in cui il nostro Paese sta scivolando provochi la vanificazione di trattamenti terapeutici anche salva vita a causa dell’antibiotico resistenza”.
In questo complesso e particolarmente delicato contesto la conoscenza da parte del medico di prodotti che non sviluppano resistenze quali quelli contenti rigenase e poliesanide può rappresentare una soluzione innovativa, efficace, altamente tollerata, in linea quindi con le raccomandazioni dell’Oms.
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