(Red) – E’ stata pubblicata la relazione annuale del Ministro dell’Interno sulle attività svolte dalle Commissioni nominate per la gestione straordinaria degli Enti sciolti per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso.
Una relazione redatta a cura del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno relativa alle attività svolte nel corso dell’anno 2022 da ben 36 Commissioni Straordinarie che hanno amministrato altrettanti comuni sciolti ai sensi dell’art. 143 del Decreto Legislativo 267/2000.
Da detta relazione risulta in primis che, per la quasi totalità degli 11 enti locali disciolti ed esaminati nel periodo considerato, l’attività, inizialmente prevista in diciotto mesi, è stata prorogata per ulteriori sei mesi, ai sensi dell’art. 143, comma 10, del menzionato D.Lgs. n. 267/2000, sulla ritenuta necessità degli organi straordinari di portare a termine l’attività di risanamento.
Una scelta generalizzata quindi che, al contrario di come qualcuno ha inteso e voluto far credere ai cittadini stabiesi, non è stata assunta solo per la città di Castellammare di Stabia bensì per tutte le città colpite dal provvedimento di scioglimento.
Ciò premesso, per quanto riguarda la situazione stabiese, secondo quanto emerso dalla relazione ministeriale detta, appare chiaro ed evidente che non è stato riscontrato alcun atto amministrativo predisposto dalla giunta Cimmino mirante a favorire l’infiltrazione e/o attività delle locali consorterie criminali nell’Ente.
Proprio ed in relazione a tale aspetto sarebbe stato giusto considerare le attività messe in campo dall’assessore Gianpaolo Scafarto volte ad impedire il permanere di ditte in odore di collusioni con la malavita locale. L’ex assessore, sulle indicazioni programmatiche dell’amministrazione, ha dato luogo ad una serie di attività mirate ad impedire a talune ditte, qualcuna addirittura iscritta nella black-list della Prefettura, di proseguire il rapporto di lavoro con l’ente comune arrivando persino ad ottenere la risoluzione contrattuale e ciò è il caso della ditta delle pulizie nella quale, secondo quanto emerso dalle affermazioni di un attendibile collaboratore di giustizia, con dichiarazioni rilasciate e presenti nel fascicolo dell’inchiesta Domini, la propria moglie sarebbe stata assunta, agli albori dell’anno 2017, dalla ditta Minopoli attraverso il compulsivo intervento di un autorevole politico dell’amministrazione dell’epoca.
L’appalto in questione era stato monitorato dall’Ass. SCAFARTO dopo appena pochi giorni dal suo insediamento, tant’è che la prima nota riguardante tale commessa risale al 9 ottobre 2018 con Prot. 50318, nella quale si chiedeva maggiore trasparenza nella gestione dell’appalto relativo alla pulizia degli immobili comunali, segnalando, al contempo, diverse irregolarità esecutive della ditta aggiudicataria “MINOPOLI” e successivamente, il 15 novembre 2018, con nota n. 56755, lo stesso Ass. SCAFARTO inoltrava adeguata informativa alla Procura di Torre Annunziata relativa a delle anomalie riscontrate in merito all’assegnazione dell’appalto ed alle modalità esecutive dell’aggiudicataria ditta “MINOPOLI”.
Sempre tra le attività messe in campo dall’ex amministrazione disciolta per combattere il fenomeno camorristico vi sono quelle inerenti l’utilizzo dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose. Invero, la stessa amministrazione eletta nel giugno 2018 avviò con celerità l’adozione di procedure, nel rispetto delle vigenti disposizioni normative, per l’inaugurazione del centro antiviolenza, denominato il Rifugio di Jole, che doveva rappresentare un rifugio sicuro per rompere la cortina di silenzio, il peggior nemico delle donne vittime di violenza domestica, un presidio che purtroppo, nel corso della gestione commissariale straordinaria, ha registrato la sua chiusura per carenza di fondi.
Intanto, la stessa Amministrazione comunale, nel corso del proprio mandato si adoperava per rendere ancora più operativa e funzionale la “Casa Alloggio per migranti” e lo “Sportello per la legalità” destinato alle imprese e già inaugurati dagli amministratori precedenti. Ancora, e non risulta segnalato nella relazione, alla luce dell’oculata gestione amministrativa messa in campo, che l’Ente era uscito indenne dal dissesto finanziario del 2015 ed aveva chiuso l’esercizio finanziario del 2021 con un avanzo di bilancio pari a circa 80 milioni di Euro, tanto realizzato anche in virtù della ristrutturazione dei vecchi mutui contratti dall’ente nonché dalla riscossione di tributi dovuti (circa 4,5 milioni di euro), e non versati dai cittadini evasori, attraverso precisi atti di indirizzo politico-amministrativi messi in campo dalla giunta Cimmino che ha iniziato nel 2018, pertanto molto prima della visita della Commissione di Accesso, il lavoro di ricognizione degli occupanti abusivi degli alloggi comunali.
Questi concreti atti amministrativi, finalizzati a recidere siffatti insani rapporti con il mondo di mezzo, e miranti al ripristino della legalità e della corretta gestione delle risorse comunali, testimoniano che l’Amministrazione disciolta non si è lasciata condizionare, né intimidire, pur operando in un contesto gestionale difficile e connotato da forti criticità, in presenza di un ambiente reso estremamente difficile per la presenza sul territorio della criminalità organizzata suddivisa in diverse e potenti consorterie. In questo scenario – diversamente da quanto prescritto dalla Prefettura di Napoli nell’anno 2010 a seguito della relazione della Commissione di accesso che giunse a Castellammare di Stabia alla fine del 2009 la quale registrò irregolarità nell’iter per la concessione della gestione della struttura alloggio denominata Nottegiorno, e affidata alla società cooperativa “I Vecchi e il Mare”– al netto dell’approfondimento specifico di cui alle pagine 87-88 e 89 della predetta relazione annuale che fotografa esattamente la drammatica situazione di indigenza in cui versano circa tremila famiglie stabiesi, c’è da evidenziare che nessun atto irregolare e/o illegale è stato riscontrato nell’operato dell’Amministrazione sciolta ai sensi dell’ art. 143 del D.lgs. 267/2000 , così come nessun Amministratore e/o Dirigente risulta essere stato deferito all’autorità giudiziaria per essere perseguito penalmente, come è accaduto in qualche comune viciniore sciolto più volte proprio per infiltrazioni camorristiche. Del resto, questo drammatico dato emerge in maniera inequivocabile da un preciso passaggio della relazione, di cui in epigrafe, con particolare riferimento a Torre Annunziata (amministrazione a guida PD) in cui a pagina 42 testualmente recita: “La commissione ha operato, innanzitutto, per il risanamento amministrativo dell’ente, ripristinando il principio di legalità e trasparenza; ciò in considerazione della grave compromissione dell’interesse pubblico e delle diffuse irregolarità riscontrate, imputabili certamente a un lungo periodo di “mala gestio”, che in un contesto ambientale già poco propenso al rispetto delle regole ha sicuramente facilitato forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata”.
In sostanza, alla luce della relazione Ministeriale del 4 luglio 2023, è consolante prendere buona nota che per Castellammare non sia stata riscontrata alcuna discrasia amministrativa e/o politica di questo tipo, all’opposto, è il caso di sottolineare che, per i Dirigenti è stato addirittura predisposto l’erogazione del premio produttività erogato, con delibera Commissariale n°50/22 dalla Commissione Straordinaria, attraverso un atto che ha determinato anche qualche velenosa coda polemica della stampa locale e nazionale. Il tutto contornato dall’inconfutabile dato che quasi tutte le progettualità, elaborate dall’amministrazione destinataria del procedimento di scioglimento, sono state portate avanti, ed alcune in corso di realizzazione, dalla Commissione Straordinaria nominata dal Governo ai primi giorni di Marzo 2022. A questo punto si invitano i nostri lettori a riflettere sul seguente quesito: “La teoria del più probabile che non”, a vostro avviso, è stata correttamente applicata?” ah, saperlo! Ai posteri l’ardua sentenza.
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